Sin dagli inizi del Novecento l’arte e la comunicazione sono state strettamente legate alla visione imprenditoriale del Gruppo Barilla. Così gli uffici e il pastificio di Pedrignano, a Parma, hanno da subito assunto l’aspetto di un affascinante museo, con spazi esterni e interni predisposti ad ospitare opere di grandi maestri: da Boccioni, a De Chirico, da Magritte a Guttuso, e poi Morandi, Chagall, Picasso, fino alle sculture di Rodin, Moore, Marini, Manzù.
Testimone di come questa vocazione all’arte sia ancora viva e attuale la ricollocazione di Echinoidea, avvenuta il 25 maggio scorso, nei giardini dell’headquarter Barilla. L’installazione - uno spazio naturale, organico, la cui funzione è quella arcaica di riparo - esposta per la prima volta in occasione del FuoriSalone 2022 nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano per la mostra INTERNI Re-Generation, è stata progettata dall’architetto Giacomo Graziano, fondatore dello studio GG-loop e realizzata da Rubner Haus, azienda specializzata in costruzioni in legno.
Come suggerisce il nome, Echinoidea si ispira nella forma all’esoscheletro dei ricci di mare. Una casa primitiva dunque, che racchiude la vita e la difende, un guscio che proprio nella sua essenzialità dà senso all’architettura, mettendola al servizio della relazione tra l’uomo e l’ambiente.
La struttura è modulare, composta da 503 listelli di legno per un ingombro di 6x6x6m, e offre ai visitatori un’esperienza contemplativa, avvolgente, di rifugio nel proprio bozzolo. Al suo interno, le luci di Artemide rendono ancora più accogliente l’ambiente con profili lineari RWB che scompaiono integrandosi nella struttura. A questa presenza minimale ma scenografica si aggiungono le Gople Outdoor (design BIG), grandi diffusori bianchi, leggeri e resistenti, che si inseriscono con libertà e flessibilità negli spazi, muovendosi dall’interno all’esterno di Echinoidea.
Come ha spiegato Martin Oberhofer, amministratore delegato di Rubner Haus, l’installazione di Echinoidea nella sede del Gruppo Barilla «è l’epilogo felice di un percorso intrapreso per mostrare le performance strutturali, estetiche e sostenibili del legno, materiale elettivo per una nuova architettura a basso impatto ecologico. La collocazione in questo giardino, dopo che l’opera ha assolto alla sua funzione durante la mostra di INTERNI, rientra in quel concetto di economia circolare che nel riuso, estende il ciclo di vita dell’opera contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo e generando ulteriore valore. Siamo felici che Barilla abbia voluto accoglierla tra le sue opere d’arte mettendola a disposizione delle sue persone».