La rassegna - dal 14 dicembre 2018 al 7 aprile 2019 – è promossa dal Museo Nazionale Romano con Electa, e ideata da Mirella Serlorenzi che l’ha curata con Marcello Barbanera e Antonio Pinelli.
«Un’esposizione che è stata pensata per essere divulgata al grande pubblico attraverso una chiarezza narrativa che si è giovata ampiamente della tecnologia, per rendere manifesti temi e contenuti che altrimenti sarebbero rimasti nascosti» spiega Daniela Porro, direttore del Museo Nazionale Romano. Un caleidoscopico allestimento ricorre a proiezioni e magici giochi di luci e ombre per moltiplicare, scandire, accentuare forme, innesti, imitazioni, multipli e trasformazioni cominciando con la narrazione di Volpato e della sua fabbrica di ceramiche.
Volpato, noto artista e incisore, amico di Antonio Canova e di Angelica Kaufmann, contava tra i suoi clienti il re Gustavo III di Svezia e l’imperatrice Caterina II di Russia. Realizzava prodotti raffinati ed eleganti per un pubblico colto e d’élite: quello del Grand Tour, desideroso di possedere tanto originali di età romana, quanto repliche di piccole dimensioni. Caratteristica del laboratorio di Volpato è la realizzazione di statuine a tutto tondo in biscuit, materiale che appariva più simile al marmo rendendo gli oggetti più vicini agli originali di età romana. Preziosi sono gli esemplari in mostra, così come i suoi dessert, chiamati anche trionfi, costituiti da figurine che componevano un fastoso centro tavola. Il Museo di Bassano del Grappa presta il maestoso Dessert di Bacco e Arianna, composto in origine da novantotto pezzi.
Orari: dalle 09.00 alle 19.45 | chiuso il lunedì | la biglietteria chiude alle 18.45 Biglietti: intero 13€ | ridotto 8€ || intero 15€ | ridotto 9€ (valido 3 giorni, consente l’ingresso a tutte le sedi del Museo Nazionale Romano – Crypta Balbi, Palazzo Massimo, Palazzo Altemps, Terme di Diocleziano – e alla mostra in corso) Informazioni: www.museonazionaleromano.beniculturali.it
Dida: NONE Collective. Caleidoscopio. Il classico si fa pop. Palazzo Massimo. Photo credits Cristina Vatielli.