Siamo a Merano ai Giardini di Castel Trauttmansdorff che rientrano nella rosa delle maggiori attrazioni turistiche di tutto l’Alto Adige: dal punto di vista botanico uno dei giardini più belli e curati al mondo con una superficie di 12 ettari che si apre ad anfiteatro e degrada su un dislivello di oltre 100 mt. Una posizione privilegiata, che permette ai visitatori di godere del paesaggio circostante aperto su 80 spettacolari ambienti botanici, sulle montagne e la città di Merano.
Durante i mesi di apertura - da aprile a novembre - i Giardini di Castel Trauttmansdorff sorprendono per le fioriture e per le attrazioni, adatte a grandi e piccoli, assolutamente da non perdere.
©Giardini di Castel Trauttmansdorff
Binocolo di Matteo Thun
Nato nel 2005 da un’idea dell’architetto e designer altoatesino Matteo Thun, il Binocolo è una piattaforma trasparente al 95% ed è veramente spettacolare. I visitatori percorrendone la scalinata hanno la sensazione di “camminare nel cielo” per poi giungere al binocolo tridimensionale con vista sulla Val d’Adige, sulla conca di Merano e su tutte le montagne circostanti.
©Karlheinz Sollbauer
Voliera
Posizionata nel punto più alto dei Giardini la grande Voliera dei Pappagalli Lori e Ara è una costruzione circolare in acciaio con una passerella di 15 metri, a prova di vertigini, che conduce letteralmente nel vuoto. Il panorama, anche qui spettacolare, va ammirato facendosi ispirare dal motto posto sul parapetto: “Solo i pensieri sono liberi”.©Philip Unterholzner
Serra
Doveva inserirsi nei Boschi del Mondo. È stato questo l’obiettivo in fase progettuale, e la struttura della Serra dei Giardini di Castel Trauttmansdorff non delude le aspettative integrandosi perfettamente con l’ambiente. Ha una silhouette irregolare che rimanda allo skyline del Gruppo di Tessa (catena montuosa che ripara la città di Merano dai venti freddi del nord) e al suo interno si trovano piante tropicali e un terrario con insetti e lucertole provenienti da tutto il pianeta.
Terrario
Il Terrario, all’interno della Serra, è popolato da una colonia di formiche tagliafoglie (Atta). Protetto da una particolare vetrina progettata su misura, per evitare di disturbarne l’attività, il Terrario lascia al visitatore la possibilità di vivere i diversi momenti di vita quotidiana di questi laboriosi insetti che si sviluppa tra le vie di collegamento delle diverse sale del nido: la camera per la coltivazione dei funghi, quella della raccolta del cibo e la discarica dei rifiuti.
©Patrick Schwienbacher
Giardino degli Innamorati
Al Giardino degli Innamorati si accede varcando un cancello che porta ad un percorso circolare disseminato di versi poetici (tradotti in sette lingue) e di sculture che celebrano l’amore. Cuore dell’area sono giganteschi mazzi di fiori artificiali, sbocciati da uno specchio d’acqua, sotto ai quali gli innamorati onorano il proprio sentimento con un rituale declinato in tre fasi: abbandono (dei sentimenti negativi), promessa ed eternità.
©Patrick Schwienbacher
Rarità botaniche
La Wollemia nobilis, conifera della famiglia Araucariaceae, è la vera protagonista della Valle delle Felci. Diffusa in tutto il mondo fino a 65 milioni di anni fa, con i dinosauri, oggi è a rischio di estinzione. Dal 2006 nei Giardini di Castel Trauttmansdorff crescono, svernando all’aperto, un esemplare molto grande di Wollemia e due più giovani.
©Alexander Pichler
Olivo di 700 anni
Arriva dalla Sardegna l’olivo di 700 anni ospitato nei Giardini di Castel Trauttmansdorff. Per trasportare la pianta, viste le dimensioni importanti, è stato necessario costruire un mezzo ad hoc (pesava 5,8 tonnellate mentre la circonferenza misurava 3 metri). Un tronco nodoso e cavo veste questo esemplare di ulivo considerato tra le piante coltivate più longeve al mondo.
©Philip Unterholzner
Palma da miele del Cile
Nei pressi del Laghetto delle Ninfee vivono diversi esemplari di palme. Nel 2017 sono stati aggiunte due Palme da Miele Cilene una delle quali ha 180 anni, pesa 18 tonnellate e raggiunge un’altezza di 6 metri. Visto lo sfruttamento, perseguito in Cile nel corso degli anni per estrarne la linfa per poi trasformarla in vino di palma (miele o sciroppo) e zucchero, dal 1971 la Palma da Miele è tutelata.