Le guardi e pensi all'esserci per sottrazione, all'assenza di peso, alla bellezza assoluta della semplicità. Twig è un pezzo di design emozionante, una collezione di sedute proposte da Alias e firmate dallo Studio Nendo, che esprime l'essenza stessa della leggerezza. Esposte in contemporanea durante l'ultima edizione del Salone del mobile e presso il Museo della Permanente di Milano, sono già un'icona.
Il concept di Twig è una seduta che presenta una base in alluminio, costituita da gambe inclinate in modo dinamico, che si raccorda organicamente ai braccioli e allo schienale - progettati in cinque varianti - realizzati in legno massello di frassino o materiale plastico. Emblema della collezione Twig 4, dove il disegno dello schienale è interrotto, in modo netto e grafico. Una cifra stilistica particolare, riconoscibile in molti progetti del designer giapponese Oki Sato, fondatore dello Studio Nendo.
Altrettanto incisivo Saen, interpretazione originale del tavolo a base centrale progettato dagli Architetti Oscar e Gabriele Buratti. È una mensa caratterizzata da una base importante che diventa stelo esile e slanciato, in un contrasto formale molto forte. Una sorta di calice rovesciato che portando il contenuto ed il peso nella parte a terra risolve l’esigenza della zavorra strutturale, a cui vengono fissati piani di forme e materiali diversi. La base di Saen è realizzata in cemento, materiale originale che ha un forte legame con l'architettura, facilmente plasmabile, omogeneo nella trama e sufficientemente pesante; resistente anche con sezioni ridotte e dalla finitura superficiale morbida e carezzevole. L’innovazione della soluzione tecnologica, utilizzata per lo stampo della base, consente di ottenere una superficie del getto uniforme e pulitissima che non presenta segni di giunzioni. Pensato sia per l’ambiente domestico, come tavolo da pranzo, sia per ambienti contract, quali uffici e ristoranti di tendenza, Saen è proposto con piano rotondo da Ø140 cm o quadrato con spigoli arrotondati da 140x140 cm, in legno di rovere naturale, vetro verniciato bianco e bisellato e in cemento. La base in cemento è prevista in 2 colori, bianco e grigio caldo chiaro. Accanto alle ultime novità alcuni ampliamenti di gamma: Kobi rocking e Kayak soft di Patrick Norguet, Tabu backrest di Eugeni Quitllet e le confortevoli Frame soft di Alberto Meda.
La forza dell'indipendenza e un partner strategico Ricerca e innovazione, fin dalle origini punto di forza di Alias, trarranno sicuramente dal nuovo assetto societario, ulteriore impulso e beneficio. L'ingresso di un nuovo socio svizzero, Beat Zaugg, e l'acquisizione del pacchetto di minoranza che era ancora in capo a Cassina, restituiscono ad Alias la sua autonomia e la possibilità preservare i legami con il territorio e con la propria identità, mantenendo le risorse umane e produttive nella storica sede di Grumello del Monte vicino a Bergamo. Alias ha chiuso il 2014 in crescita rispetto al 2013 e questo nuovo assetto societario garantirà un importante piano di espansione nei mercati oggi in crescita (USA, Middle East, Asia).
L'aver trovato in Beat Zaugg il partner strategico ci permetterà di supportare l'espansione internazionale e di ampliare l'offerta di prodotti sia per il mercato domestico sia per il contract - uffici, ristoranti, alberghi, afferma l'Amministratore Delegato Renato Stauffacher.Alias, marchio storico del Made in Italy, fin dal suo esordio, nel 1979, ha avuto la capacità di coniugare creatività e qualità di prodotto, capacità produttiva ed esperienza distributiva e, soprattutto, di individuare un "fil rouge", un alfabeto della leggerezza a cui partecipa ogni elemento di design proposto dall'azienda.
Un'idea guida che si concretizza nella Spaghetti chair di Giandomenico Belotti, nella sedia Frame di Alberto Meda, ne Laleggera di Riccardo Blumer, e prosegue nella Seconda di Mario Botta passando per le Tagliatelle di Jasper Morrison e la famiglia di imbottiti Flexus di Paolo Rizzatto... e solo per citare alcuni esempi.
C'è un'idea di mondo, sottesa a questi progetti, che esclude il superfluo, e una presa di coscienza sull'uso dei materiali, sulle loro consistenze, sulle sensazioni plastiche che coinvolgono a livello percettivo e intellettuale. Una lettura e un'interpretazione, più che mai attuale, di uno stile di vita che vuole riappropriarsi dell'essenza delle cose, e della vita.