
Lea Ceramiche. Triangoli, di diverse tonalità, compongono una quadro che movimenta la parete dando un’idea di tridimensionalità. Composizione a moduli su rete “Jewel” (chiaro/scuro). Foto Beppe Brancato.
La semplicità e la pulizia di quelle immagini, capaci di rivelare l'essenza degli oggetti, hanno lasciato un segno. Un'eredità per tutti coloro che a vario titolo “mettono in scena” il design. L’allestimento “Carpet stories” di Diego Grandi per Lea Ceramiche ne è un esempio. All'interno del perimetro dello show rom di Via Durini a Milano, la collezione Trame si snoda lungo le pareti, il pavimento e i totem triangolari esplorando molteplici combinazioni di formati, colori, finiture. Una sequenza di composizioni multimateriche e pluricromatiche, spunto per inventare, successivamente, le proprie geometrie.

Lea Ceramiche. Le texture, gli innumerevoli formati e colori della collezione “Trame” permettono di comporre superfici dinamiche. Composizione “Leaf” (chiaro/scuro) a moduli su rete. Foto Beppe Brancato.
La collezione Trame, in grès porcellanato, è un progetto composito che accosta tra loro tre effetti materici di base, reinterpretando visivamente e attraverso la sensazione tattile, tre texture differenti. Plaster ricrea una superficie strutturata morbida e spatolata; Matter più ruvida e opaca, è la rappresentazione di un cemento granuloso e grezzo; Canvas propone la trama del lino con una grafica delicata a rilievo che ne esalta la tridimensionalità. Tre “materiali” dunque che, declinati in sei colori differenti, restituiscono diciotto superfici e l'infinita possibilità di mixare tra loro le texture, i formati o entrambi. A questi si aggiungono cinque nuovi formati speciali che completano la collezione permettendo la creazione di innumerevoli accostamenti e contrasti grafici, sempre coerenti tra loro. In particolare, gramma 66 e gramma 38 vanno a sostituire le tradizionali forme rettangolari 30x60cm, consentendo una serie di composizioni dall'effetto grafico tridimensionale.
Un gioco dinamico di forme e volumi cui il fotografo Beppe Brancato ha dato un ulteriore interpretazione con immagini che ne valorizzano la ricchezza sensoriale. Una collezione tattile, che mette in luce le infinite possibilità della ceramica, il suo essere ancora materia prima per nuove sperimentazioni.
*Isa Tutino Vercelloni: dal catalogo per la mostra "Ritratti di oggetti", Orvieto 2001
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