Nello Smart Office la sfera personale e quella professionale trovano un punto di convergenza. Ne sono un esempio scrivanie, tavoli, contenitori, librerie in metallo progettate da Dieffebi. Arredi capaci di adattarsi ad una molteplicità di utilizzi e di situazioni in continuo cambiamento.
Spazi appartati e acusticamente isolati pensati per il lavoro individuale, ambienti confortevoli per lavorare in gruppo, aree relax dove incontrarsi in modo informale. Il lavoro, e con esso il suo luogo deputato, l’ufficio, sono da tempo al centro di una profonda rivoluzione e riflessione che coinvolge progettisti e aziende. Dieffebi - da oltre quarant’anni specializzata nella produzione di arredi per ufficio in metallo - risponde a questo nuovo corso con soluzioni flessibili, modulari, ergonomiche in grado di creare un ambiente favorevole alla collaborazione e alla condivisione delle risorse.
Ne abbiamo parlato, in occasione del Salone del Mobile.Milano 2019, con Alberto De Zan, CEO e “motore” dell’azienda trevigiana, una realtà produttiva che contempla tutte le fasi del processo manifatturiero: dalla progettazione, alla prototipazione, dalla produzione alla verniciatura. « Dieffebi - ci spiega De Zan - ha intrapreso da alcuni anni una nuova filosofia. Nel passato realizzavamo soprattutto complementi d’arredo per l’ufficio in metallo, oggi abbiamo dato più completezza alla gamma dando ai clienti la possibilità di arredare un intero spazio con i nostri prodotti. È un plus che permette all’utente un notevole risparmio e la comodità di rivolgersi a un unico fornitore che può garantire qualsiasi tipo di abbinamento e personalizzazione.»
All’interno della vostra azienda avete un ufficio dedicato alla progettazione?
«Assolutamente sì. Abbiamo un ufficio tecnico e un ufficio sviluppo prodotto che collabora con il marketing. Lavorare in team e col cliente è essenziale per trovare insieme le migliori soluzioni. È importante confrontarsi con i progettisti e gli interior designer che, sempre di più, hanno l’esigenza di creare ambienti interessanti e confortevoli.»
Qual è il vostro interlocutore principale?
«Il distributore è il nostro canale prioritario e poi il progettista perché in anticipo deve capire quali sono le soluzioni che può proporre al cliente con i nostri prodotti e conoscerne a fondo le caratteristiche: ecocompatibilità, flessibilità, possibilità di scegliere abbinamenti, colori e finiture, tecnologia… ad esempio sulle serrature, per controllare gli accessi in ambienti dove si prevede un’alta frequentazione…»
In quali nazioni distribuite i vostri prodotti?
«Gran parte del fatturato, circa il 70%, lo facciamo all’estero. Distribuiamo da quarant’anni nei mercati europei: Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Spagna, Svizzera, Austria e anche i paesi dell’Est ci stanno dando soddisfazione. Poi ci sono vendite extra europee, penso ai Paesi Arabi, dove abbiamo lavorato su progetto o agli Stati Uniti. Lì non abbiamo ancora una sede e quindi, almeno per il momento, è difficile dare continuità alla nostra azione, ma sono sicuramente mercati molto interessanti.»
Pensate di aggregarvi con altre aziende complementari alla vostra?
«Avevamo il desiderio di fare rete con altre aziende, anche perché per quanto riguarda il settore dell’ufficio c’è poca sovrapposizione, cioè non si è concorrenti sugli stessi prodotti. Purtroppo non se ne è fatto nulla… è il limite dell’imprenditoria italiana, non è abituata a condividere.»
Quali sono i vostri programmi per il futuro?
«Completare la nostra gamma prodotto e dialogare sempre di più con i progettisti rendendoli partecipi dei valori che portiamo avanti anche nel rispetto delle normative internazionali. Dieffebi è certificata ISO14001, standard internazionale di gestione ambientale, ed NF Environment, l’unica certificazione volontaria in Europa che testimonia la completa ecosostenibilità degli arredi metallici. Oggi il metallo ha grandi opportunità, è ignifugo, non emette sostanze nocive, è riciclato e riciclabile, queste caratteristiche costituiscono anche le sue possibilità di sviluppo. Poi non siamo chiusi a eventuali collaborazioni, anzi, le ritengo molto importanti. E per quanto riguarda la diffusione dei nostri prodotti in altri mercati, come la Cina e l’India, abbiamo deciso, ormai anni fa, di produrre in loco, appoggiandoci a dei partners che ci pagano le royalties. Per noi è una soluzione ottimale perché non avremmo mai potuto affrontare mercati così vasti con le nostre sole forze. In questo modo si dà anche maggior liquidità all’azienda che può essere investita in nuovi progetti. È un atto di fede verso mercati dove si producono tante “copie”, ma affrontandolo in modo chiaro e trovando interlocutori affidabili si possono trovare buone soluzioni.»