Una nuova visione dei “luoghi” di lavoro

Faram 1957. Il nuovo sistema d’arredo per il workplace, Bahlara, villaggio sorto nei pressi del cantiere della Cattedrale di Monreale, nato dall’aggregazione delle maestranze arabe a servizio degli architetti normanni. Da questa comunità prende vita il mercato palermitano Ballarò. “Con il sistema Bahlara è sempre oggi il giorno del mercato”.
Faram 1957. Il nuovo sistema d’arredo per il workplace, Bahlara, villaggio sorto nei pressi del cantiere della Cattedrale di Monreale, nato dall’aggregazione delle maestranze arabe a servizio degli architetti normanni. Da questa comunità prende vita il mercato palermitano Ballarò. “Con il sistema Bahlara è sempre oggi il giorno del mercato”.
Faram 1957. Collezione Bahlara. I piani di lavoro Bench, slittando, permetto di posizionare o rimuovere rapidamente i cavi di alimentazione. I top sono uniti da una canalina mentre le gambe del tavolo si completano con un tappo in superficie, (disponibile in sughero, cemento, legno massello o laccato) aprendo il sistema ad uno sviluppo in verticale e possono scorrere lungo la trave angolare.
Faram 1957. Collezione Bahlara. I piani di lavoro Bench, slittando, permetto di posizionare o rimuovere rapidamente i cavi di alimentazione. I top sono uniti da una canalina mentre le gambe del tavolo si completano con un tappo in superficie, (disponibile in sughero, cemento, legno massello o laccato) aprendo il sistema ad uno sviluppo in verticale e possono scorrere lungo la trave angolare.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Ai lati dei piani di lavoro Bench, è presente un vuoto, che può essere “riempito” inserendo pannelli altamente fonoassorbenti. La particolarità di essere calamitati permette di toglierli e ricollocarli. Sono rivestiti di tessuto, termosaldati e possono essere suddivisi ogni 20 cm.. La discontinuità tra i bench è un occasione per creare privacy acustica e visiva.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Ai lati dei piani di lavoro Bench, è presente un vuoto, che può essere “riempito” inserendo pannelli altamente fonoassorbenti. La particolarità di essere calamitati permette di toglierli e ricollocarli. Sono rivestiti di tessuto, termosaldati e possono essere suddivisi ogni 20 cm.. La discontinuità tra i bench è un occasione per creare privacy acustica e visiva.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le scrivanie sono regolabili in altezza da 63 cm a 110 cm. Alle doppie postazioni è possibile agganciare alle gambe dei contenitori, livellati con il top, per ampliare la superficie lavorativa o con apposite prolunghe per le gambe sviluppati in altezza.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le scrivanie sono regolabili in altezza da 63 cm a 110 cm. Alle doppie postazioni è possibile agganciare alle gambe dei contenitori, livellati con il top, per ampliare la superficie lavorativa o con apposite prolunghe per le gambe sviluppati in altezza.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le gambe sono la base per lo sviluppo in verticale della struttura e possono sostenere mensole, mobiletti-contenitori monitor e anche delle fioriere. Sotto al top è possibile sospendere un secretaire o un contenitore.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le gambe sono la base per lo sviluppo in verticale della struttura e possono sostenere mensole, mobiletti-contenitori monitor e anche delle fioriere. Sotto al top è possibile sospendere un secretaire o un contenitore.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Tra una postazione e l’altra può essere inserito un mobile più basso del top per accogliere apparecchi tipo stampanti o scanner altrimenti cancelleria e raccoglitori.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Tra una postazione e l’altra può essere inserito un mobile più basso del top per accogliere apparecchi tipo stampanti o scanner altrimenti cancelleria e raccoglitori.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le postazioni direzionali e semidirezionali offrono un’ampia scelta nelle finiture e si differenziano nei materiali, i colori e la ricerca tecnologica. I top possono essere rivestiti in materiale antigraffio, anti-impronta e anti-riflettente grazie ad un apposito trattamento nano tecnologico. La gamma di tonalità si articola su sfumature ricercate quali: champagne, titanio, ruggine e le essenze di legni come il noce, olmo e rovere.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le postazioni direzionali e semidirezionali offrono un’ampia scelta nelle finiture e si differenziano nei materiali, i colori e la ricerca tecnologica. I top possono essere rivestiti in materiale antigraffio, anti-impronta e anti-riflettente grazie ad un apposito trattamento nano tecnologico. La gamma di tonalità si articola su sfumature ricercate quali: champagne, titanio, ruggine e le essenze di legni come il noce, olmo e rovere.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Tre diverse postazioni di coworking, con piano unico o con diversi piani collegati tra loro. Le gambe scorrono lungo la trave, si allungano e diventano un pergolato, un tetto giardino, per alloggiare piante, luci e oggetti sospesi.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Tre diverse postazioni di coworking, con piano unico o con diversi piani collegati tra loro. Le gambe scorrono lungo la trave, si allungano e diventano un pergolato, un tetto giardino, per alloggiare piante, luci e oggetti sospesi.
Faram 1957. Collezione Bahlara. La regolazione dell’altezza, nelle postazioni di coworking, è l’elemento chiave della versatilità degli arredi. I tavolini per le aree break con base in cemento sono disponibili in tre diverse altezze. Il piano rialzato è dotato di top access e permette di alimentare la apparecchiature hardware.
Faram 1957. Collezione Bahlara. La regolazione dell’altezza, nelle postazioni di coworking, è l’elemento chiave della versatilità degli arredi. I tavolini per le aree break con base in cemento sono disponibili in tre diverse altezze. Il piano rialzato è dotato di top access e permette di alimentare la apparecchiature hardware.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le alcove a due o quattro posti sono il luogo ideale per i meeting informali. Una piccolo area separata con all’interno due divanetti e un piano lavoro estendibile fino a due postazioni. Postazioni che garantiscono riservatezza grazie a pannelli e tessuti fonoassorbenti.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le alcove a due o quattro posti sono il luogo ideale per i meeting informali. Una piccolo area separata con all’interno due divanetti e un piano lavoro estendibile fino a due postazioni. Postazioni che garantiscono riservatezza grazie a pannelli e tessuti fonoassorbenti.
Faram 1957. Collezione Bahlara. In uno stesso spazio convivono più realtà. È dimostrato che alternare le posizione e cambiare postura aumenta la produttività e la creatività. Aree informali che si alternano a schieramenti di scrivanie creano continuità e aumentano l’integrazione fra i flussi di lavoro.
Faram 1957. Collezione Bahlara. In uno stesso spazio convivono più realtà. È dimostrato che alternare le posizione e cambiare postura aumenta la produttività e la creatività. Aree informali che si alternano a schieramenti di scrivanie creano continuità e aumentano l’integrazione fra i flussi di lavoro.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Alle scrivanie singole, delle postazioni direzionali e semidirezionali, è possibile collegare il top al mobile di servizio e il pannello fonoassorbente può essere posizionato di lato o frontalmente. La scelta dei materiali e dei dettagli rende questi pezzi adatti anche alla funzione di home office. I pannelli divisori, calamitati e fonoassorbenti si possono posizionare a terra, separati dai bench, per creare aree isolate e riservate. I tavoli riunione, sono disponibili nei formati: circolare, quadrato e rettangolare.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Alle scrivanie singole, delle postazioni direzionali e semidirezionali, è possibile collegare il top al mobile di servizio e il pannello fonoassorbente può essere posizionato di lato o frontalmente. La scelta dei materiali e dei dettagli rende questi pezzi adatti anche alla funzione di home office. I pannelli divisori, calamitati e fonoassorbenti si possono posizionare a terra, separati dai bench, per creare aree isolate e riservate. I tavoli riunione, sono disponibili nei formati: circolare, quadrato e rettangolare.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Un elogio della discontinuità con piani allungabili per personalizzare lo spazio di lavoro singolo, di gruppo o per conference call. Un’area informale che si presta a riunioni, proiezioni o momenti di formazione grazie ai divanetti e alla lavagna. Un cavalletto mobile sorregge lavagne e/o monitor che, corredati di pannello fonoassorbente, isolano l’audio della proiezione in corso. La cupola telefonica è dotata di piano d’appoggio.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Un elogio della discontinuità con piani allungabili per personalizzare lo spazio di lavoro singolo, di gruppo o per conference call. Un’area informale che si presta a riunioni, proiezioni o momenti di formazione grazie ai divanetti e alla lavagna. Un cavalletto mobile sorregge lavagne e/o monitor che, corredati di pannello fonoassorbente, isolano l’audio della proiezione in corso. La cupola telefonica è dotata di piano d’appoggio.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Lo schienale del divano è un pannello divisorio a diverse altezze ed attrezzabile. Il lato opposto ospita una mensola. Gli imbottiti sono rivestiti in tessuto, intrecci di corde o midollino, creati per sovrapporsi in verticale e in orizzontale. I pannelli divisori, uniti con ganci calamitati, circoscrivono le varie aree dallo spazio per la fotocopiatrice a quello della pausa caffè.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Lo schienale del divano è un pannello divisorio a diverse altezze ed attrezzabile. Il lato opposto ospita una mensola. Gli imbottiti sono rivestiti in tessuto, intrecci di corde o midollino, creati per sovrapporsi in verticale e in orizzontale. I pannelli divisori, uniti con ganci calamitati, circoscrivono le varie aree dallo spazio per la fotocopiatrice a quello della pausa caffè.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Nelle alcove, la sovrapposizione di materiali, tessuti con trame e colori diversi nelle tende, nei pannelli orizzontali e nelle coperture tessili, giocando tra di loro sviluppano un’insonorizzazione performante, accogliente e avvolgente.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Nelle alcove, la sovrapposizione di materiali, tessuti con trame e colori diversi nelle tende, nei pannelli orizzontali e nelle coperture tessili, giocando tra di loro sviluppano un’insonorizzazione performante, accogliente e avvolgente.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le alcove “Evoluzione 2.0” sono l’ideale per il lavoro in team. Il piano-scrivania, con lato tangente, può essere sommato ad un altro creando nuove formazioni di bench. Reception, aree training, cluster e tessuti che facilitano la privacy.
Faram 1957. Collezione Bahlara. Le alcove “Evoluzione 2.0” sono l’ideale per il lavoro in team. Il piano-scrivania, con lato tangente, può essere sommato ad un altro creando nuove formazioni di bench. Reception, aree training, cluster e tessuti che facilitano la privacy.
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Coworking, smart-working, nomadismo lavorativo… La flessibilità e mobilità delle attività contemporanee legate al mondo delle professioni digitali si trasferisce anche nel concept dei mobili per ufficio. “Bahlara” proposta da Faram 1957 ne è un esempio. Una collezione “viva”, pensata da Massimiliano Giacomelli ed Egidio Panzera, con piani di lavoro che slittano creando superfici discontinue e pannelli fonoassorbenti in tessuto che è possibile rimuovere e ricollocare. Organizzato da Faram 1957, azienda trevigiana che progetta e produce sistemi per vivere l’ufficio, le aree pubbliche e l’accoglienza, il 27 febbraio scorso ho partecipato dell’evento “People and Spaces. A new vision of the Workplace”, il primo #faramtalks – serie di appuntamenti annuali nati per approfondire le tematiche legate agli ambienti di lavoro e ai cambiamenti in atto. Un forum rivolto ai professionisti e alla stampa del mondo office. Oggetto del primo incontro la relazione “fra spazio e persone” con le testimonianze dell’astronauta Paolo Nespoli, dell’antropologo Marc Augé e del professor Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio di Smart Working del Politecnico di Milano. Dall’assenza di gravità, al concetto di “nonluoghi* coniato da Marc Augé per terminare con il rapporto fra uomo tecnologia e lavoro. Siamo la generazione del coworking e dello smart-working, un modello di organizzazione lavoro per obiettivi. Flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare. Non è importante il luogo ma bensì, raggiungere i risultati. Nuove esigenze lavorative che hanno portano le aziende a progettare e realizzare gli attuali “smart office journey”, spazi che si riconfigurano, con tempi e costi contenuti, in base alle diverse esigenze professionali e al loro corretto utilizzo. La liaison professionale tra il CEO di Faram 1957, Massimiliano Giacomelli ed Egidio Panzera, art director del brand da marzo 2018, ha portato allo sviluppo e alla realizzazione della nuova collezione dal titolo Bahlara. “Ispirata all’estetica spontanea del mercato”, prende spunto dal mercato siciliano di Ballarò, Bahlara era un villaggio sorto durante la costruzione della Cattedrale di Monreale, teatro di aggregazione multiculturale tra le maestranze arabe al servizio degli architetti normanni. Bahlara è una collezione che muta e si adatta ai processi aziendali e lavorativi, alle esigenze estetiche, funzionali e organizzative. In una sola parola: “vive”. Come i banchi del mercato, i piani lavoro slittano creando superfici discontinue e i pannelli fonoassorbenti in tessuto si rimuovono e si ricollocano a piacimento. «Coworking, smart-working e nomadismo lavorativo innescano relazioni immediate, veloci e dirette. Lo spazio di lavoro si apre all’ambiente circostante, anzi ne è appendice. I sistemi di arredo del mondo office, attualmente, rispondono unicamente all’esigenza di ottimizzazione dello spazio disponibile: layout auto-somiglianti a schieramenti di bench che mal si relazionano alla fluidità della vita di oggi», afferma l’architetto Egidio Panzera. *“Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità” di Marc Augé edito da Elèuthera. www.faram.com | @faram1957 | #Bahlara

LEGGI ANCHE: ZANOTTA: STORIES. SPAZI E MODI DI VIVERE CONTEMPORANEI

Gabriella Steffanini

Gabriella Steffanini

Cresciuta professionalmente nel mondo dell’editoria e della comunicazione, oggi, con il progetto FourExcellences, ha concretizzato un sogno. Attrice per hobby, yogi nell’anima e sportiva per vocazione, è un mix di caos, silenzio, musica, generosità, amore, amicizia, favole, vecchio, moderno, tablet, pc, libri e parole, parole, parole… Cosa saremmo senza? Content creator & Digital PR.
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