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Una nuova visione dei “luoghi” di lavoro
Gabriella Steffanini
Coworking, smart-working, nomadismo lavorativo… La flessibilità e mobilità delle attività contemporanee legate al mondo delle professioni digitali si trasferisce anche nel concept dei mobili per ufficio. “Bahlara” proposta da Faram 1957 ne è un esempio. Una collezione “viva”, pensata da Massimiliano Giacomelli ed Egidio Panzera, con piani di lavoro che slittano creando superfici discontinue e pannelli fonoassorbenti in tessuto che è possibile rimuovere e ricollocare. Organizzato da Faram 1957, azienda trevigiana che progetta e produce sistemi per vivere l’ufficio, le aree pubbliche e l’accoglienza, il 27 febbraio scorso ho partecipato dell’evento “People and Spaces. A new vision of the Workplace”, il primo #faramtalks – serie di appuntamenti annuali nati per approfondire le tematiche legate agli ambienti di lavoro e ai cambiamenti in atto. Un forum rivolto ai professionisti e alla stampa del mondo office. Oggetto del primo incontro la relazione “fra spazio e persone” con le testimonianze dell’astronauta Paolo Nespoli, dell’antropologo Marc Augé e del professor Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio di Smart Working del Politecnico di Milano. Dall’assenza di gravità, al concetto di “nonluoghi”* coniato da Marc Augé per terminare con il rapporto fra uomo tecnologia e lavoro. Siamo la generazione del coworking e dello smart-working, un modello di organizzazione lavoro per obiettivi. Flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare. Non è importante il luogo ma bensì, raggiungere i risultati. Nuove esigenze lavorative che hanno portano le aziende a progettare e realizzare gli attuali “smart office journey”, spazi che si riconfigurano, con tempi e costi contenuti, in base alle diverse esigenze professionali e al loro corretto utilizzo. La liaison professionale tra il CEO di Faram 1957, Massimiliano Giacomelli ed Egidio Panzera, art director del brand da marzo 2018, ha portato allo sviluppo e alla realizzazione della nuova collezione dal titolo Bahlara. “Ispirata all’estetica spontanea del mercato”, prende spunto dal mercato siciliano di Ballarò, Bahlara era un villaggio sorto durante la costruzione della Cattedrale di Monreale, teatro di aggregazione multiculturale tra le maestranze arabe al servizio degli architetti normanni. Bahlara è una collezione che muta e si adatta ai processi aziendali e lavorativi, alle esigenze estetiche, funzionali e organizzative. In una sola parola: “vive”. Come i banchi del mercato, i piani lavoro slittano creando superfici discontinue e i pannelli fonoassorbenti in tessuto si rimuovono e si ricollocano a piacimento. «Coworking, smart-working e nomadismo lavorativo innescano relazioni immediate, veloci e dirette. Lo spazio di lavoro si apre all’ambiente circostante, anzi ne è appendice. I sistemi di arredo del mondo office, attualmente, rispondono unicamente all’esigenza di ottimizzazione dello spazio disponibile: layout auto-somiglianti a schieramenti di bench che mal si relazionano alla fluidità della vita di oggi», afferma l’architetto Egidio Panzera. *“Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernità” di Marc Augé edito da Elèuthera. www.faram.com | @faram1957 | #Bahlara