Si chiama Weaving architecture l’installazione progettata dallo Studio di architettura Benedetta Tagliabue-Miralles Tagliabue EMBT in mostra all’Arsenale di Venezia, dal 26 maggio al 25 novembre 2018, in occasione della 16. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia curata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara (Grafton Architects).
La struttura rappresenta in dettaglio gli elementi compositivi della grande copertura della stazione della metropolitana Clichy-Montfermeil, nella periferia di Parigi, che verrà ultimata nel 2023. Una “vela” costituita da migliaia di moduli in quercia rossa americana – fornita da AHEC American Hardwood Export Council - acciaio, fibre sintetiche e minerali di carbonio, basalto e vetro, lavorati come un tessuto. Un “intreccio” di materiali come espressione tangibile di un luogo pensato per alimentare relazioni, incontri, scambi e condivisioni, un luogo che vuole diventare epicentro di rinascita per un quartiere che nel corso degli anni è stato teatro di fortissime tensioni sociali.
Benedetta Tagliabue, architetto.
L’intreccio, inteso anche e soprattutto, come connessione del costruito al territorio, è alla radice del lavoro sperimentale che Benedetta Tagliabue – EMBT conduce ormai da anni. Un lavoro che restituisce all’architettura una forte valenza sociale e un nuovo senso di responsabilità e consapevolezza. Weaving architecture vuole essere dunque un luogo di libertà e partecipazione coerente, non è un caso, al tema della Biennale di quest’anno: Freespace.
Ricordiamo che le componenti in quercia rossa dell’installazione sono state realizzate a Madrid dagli artigiani di Intrama. Le piante provengono invece da oltreoceano, dalla foresta di latifoglie americane. Centoventi milioni di ettari di terreno che i piccoli proprietari terrieri degli Stati Uniti hanno saputo ben gestire con il passare delle generazioni. “Gli alberi - spiega David Venables, direttore europeo di AHEC - vengono raccolti selettivamente e sostituiti con la rigenerazione naturale. Il legno cresce a un ritmo molto più alto rispetto a quello con cui viene estratto e la foresta aumenta di 401 ettari ogni anno - l'equivalente di un campo da calcio ogni minuto”.