
In un post precedente, elaborato dopo la presentazione del volume Design: 101 storie Zanotta - scritto da Beppe Finessi e disegnato da Leonardo Sonnoli, avevamo riportato una riflessione dell'architetto Marco Romanelli - intervenuto durante la conferenza stampa - "Quello di Zanotta è un catalogo fatto in discontinuità e ricchezza di proposte. Solo un personaggio come Aurelio Zanotta poteva farlo rendendo omaggio non solo ai "pezzi portanti", ai mobili per eccellenza, ma anche a quei pezzi spesso dimenticati dalla produzione corrente, quei magnifici e utili complementi che compongono il tessuto del panorama domestico."
Ogni oggetto firmato Zanotta ha un diverso autore e una sua differente poetica eppure, come spesso accade nel design italiano, tutti gli elementi dialogano tra loro. Mobili "singoli" ed elementi di servizio rispondono a un’idea di casa giocata su oggetti "belli", facilmente fruibili e funzionali e le icone, progettate dai grandi maestri, sono continuamente attualizzate sia dal punto di vista estetico, sia nei più complessi dettagli tecnologici.
E il principio della varietà, di una libertà creativa priva di costrizioni, di una totale possibilità di crescita e di sviluppo sono caratteristiche leggibili anche nella comunicazione, nel modo di porsi verso un pubblico sempre più disincantato e viziato da allestimenti spettacolari ma raramente a tema. Nel caso di Zanotta, al contrario, la comunicazione è parte integrante del prodotto. Lo racconta, lo valorizza, ne dilata i margini di libertà.
L’imponente progetto espositivo ideato dallo studio milanese Calvi Brambilla - e realizzato da Frassinagodiciotto, azienda bolognese specializzata nell'architettura del paesaggio - per l’ultima edizione del Salone del Mobile di Milano, ne è un esempio. Una foresta esotica e lussureggiante ha evidenziato gli arredi esposti colonizzando gli spazi. Il concept è nato dalla scoperta di un’architettura simbolo del movimento razionalista italiano: villa Muggia a Imola, dell'architetto Piero Bottoni. Ridotta ormai a uno scheletro dai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale, l’abitazione è stata invasa dal verde. Quell'atmosfera surreale e i paesaggi incantati dei quadri di Henri Rousseau sono stati le fonti d'ispirazione per raccontare naturalmente la storia di Zanotta: le piante di grande e media dimensione, le tappezzanti, gli alberi ad alto fusto crescono e si compongono in totale libertà. Sono elementi diversi, eppure capaci di creare un’indicibile armonia.
Specchio della filosofia aziendale, l’allestimento ha mostrato, accanto ai classici, alcuni nuovi prodotti, ampliamenti di gamma e un’accattivante riedizione del tavolo Fenice disegnato da Piero Bottoni nel 1936. C’è l’avvolgente morbidezza del divano Botero e del letto Ruben, disegnati da Damian Williamson; la leggerezza di tratto del design nordico nella sedia June progettata da Frank Rettenbacher, cui si devono anche i pratici sgabelli Ivo e Ido; i tavoli da caffè Niobe di Federica Capitani ispirati ai ciottoli di fiume; un nuovo top in marmo per lo storico tavolo Reale di Carlo Mollino.
Nuove storie che vanno ad aggiungersi alla storia di Zanotta, scandita da 550 progetti, 120 progettisti e quasi 100 oggetti premiati ed esposti nei musei di design di tutto il mondo. Tasselli di un unico puzzle che continuamente si rinnova.
www.zanotta.it
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