Ciò che colpisce di Pagine scritte, l’ultima collezione realizzata da antoniolupi composta da tre tavolini di differenti altezze, è soprattutto il suo contenuto immateriale. Le barre metalliche parallele evocano i fogli di quaderno utilizzati a scuola e creano giochi di luci e ombre sul pavimento, linee che si intrecciano e rivelano infinite possibilità di trame e combinazioni.
Sono «racconti solidi» - come amano definirli Laura Fiaschi e Gabriele Pardi fondatori di Gumdesign, l’officina creativa di Viareggio che ha firmato il progetto - oggetti emozionanti capaci di mettersi in relazione con lo spazio e con chi, quello spazio, lo abita e lo vive.
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Realizzati in acciaio spazzolato, Pagine scritte presentano nella parte centrale del piano d’appoggio, composto da barre rastremate alle estremità con una sezione più ampia al centro, un decoro brunito, un cambio di intensità cromatica, con larghezza variabile in base alle tre differenti configurazioni.
Bianco e nero, pieni e vuoti, righe e campiture geometriche capaci di generare movimento e profondità li avevamo già trovati nei tappeti Volumi, complementi bidimensionali, dei quali i tavolini, nella loro tridimensionalità (e dunque nel loro autentico “volume”) sono la naturale evoluzione. Da vedere, assolutamente, durante la prossima edizione del Salone.
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