A Milano, nel suo studio-laboratorio sul Naviglio Grande, Angelo Tacchinardi, architetto-designer-artigiano, progetta e realizza opere artistico-funzionali create con materiali di recupero. Alcune di esse - luci, tavoli, consolle, installazioni luminose - ideate per un appartamento di Palazzo Belgioioso da lui stesso ristrutturato e arredato, dialogano, in un gioco di contrasti, con gli interni d’epoca e con mobili e oggetti scelti tra le migliori produzioni del design italiano e internazionale.
Piazza Belgioioso è uno dei rari luoghi di Milano in cui è ancora possibile percepire l’atmosfera riservata e discreta che si respirava in città sul finire del XVIII secolo. A due passi da Via Manzoni, vi si arriva da Via Morone, ancora stretta nelle sue antiche case, e da Via degli Omenoni. Qui si affaccia la casa-studio del Manzoni, Palazzo Pozzi Besana e il settecentesco palazzo omonimo voluto dal Principe Alberico XII di Belgioioso d’Este. A occuparsi del progetto, tra il 1772 e il 1787, fu Giuseppe Piermarini, l’architetto che rivoluzionò Milano vestendola di neoclassicismo (suo è il progetto del Teatro alla Scala). Allievo prediletto di Luigi Vanvitelli, si ispirò al lavoro che il proprio maestro svolse per la Reggia di Caserta, utilizzandola come modello e riproponendone la facciata. Gli interni, con gli apparati decorativi creati in collaborazione con Giocondo Arbertolli e Martin Knoller, e la cappella interna a opera di Simone Cantoni, consegnano alla storia dell’architettura uno dei palazzi più lussuosi ed eleganti che la città abbia mai visto.
La ristrutturazione di uno degli appartamenti di Palazzo Belgiososo è stata affidata, da un noto committente romano, all’architetto milanese Angelo Tacchinardi che ne ha curato anche l’arredamento. Gli interni, ora ariosi e scenografici, sono caratterizzati dall’installazione di alcune sue opere artistico-funzionali e da mobili e oggetti scelti tra le migliori produzioni del design italiano e internazionale.
In questo appartamento di 280 mq, composto da soggiorno ingresso, living Tv, due camere da letto, una padronale e una per gli ospiti, un guardaroba per ospiti, la cucina e tre bagni, nessun particolare è stato trascurato, nulla è stato lasciato al caso. E sono proprio le opere dell’architetto, inserite in ambientazioni già pensate per accoglierle, a fare la differenza.
Alcuni manufatti recuperano materiali di scarto e vanno a comporre paesaggi astratti - è il caso del Canneto in sala da pranzo - o pezzi imponenti dal sapore postindustriale come la consolle Carrozzeria sistemata all’ingresso. Altri si distinguono per la leggerezza e le forme svuotate, come i comodini Alpacca (e Similoro) ottenuti da un’unica lastra di metallo piegata, o la consolle Melo, costruita con tubolari di rame.
Sono le diverse anime di un architetto-designer-artigiano abituato a giocare con i materiali, a sondarne le possibilità, scoprirne le attitudini. Niente è più appassionante del costruire, del dar forma a un’idea, o a uno spazio, con le proprie mani. E proprio perché così determinanti nel plasmare gli ambienti, le installazioni luminose sono un altro punto forte dei suoi progetti. Presenze “di carattere” eppure capaci di creare un’atmosfera intima e rilassante.