Raramente arte e industria sono destinate a incontrarsi e a convivere. Eppure una mediazione è possibile, quando il gene della creatività e un humus culturale decisamente propizio accendono una solida idea imprenditoriale. Cerdomus ne è l'esempio. Fondata da Cesare Biancini nel 1969, con un gruppo di amici e collaboratori, l'azienda - specializzata nella produzione di piastrelle in grès porcellanato - rappresenta una delle realtà industriali più innovative sviluppatesi all'interno della tradizione ceramica faentina.
Proprio qui, a Faenza, e più precisamente all'Istituto d'Arte per la Ceramica, lo scultore Angelo Biancini , padre di Cesare, subentrò nel 1950 al maestro Domenico Rambelli nella cattedra di Decorazione plastica e ornamentale. Angelo Biancini, conosciuto ai più per le monumentali opere di arte sacra (ricordiamo, tra le altre: il complesso scultoreo sul Monte Carmelo di Chicago, i tre portali del Sacro Cuore di Firenze, il Baldacchino del Tempio dei Martiri Canadesi a Roma, la Cena per l'Hospitium di Camaldoli, i rilievi dalla Basilica di Nazareth, la scultura del Cristo per il Palazzo FAO di Roma, l'ospedale Maggiore di Milano, il collegio Pio Latino Brasiliano di Roma, la Chiesa dell'Autostrada del Sole di Firenze, il Santuario di Gesù Bambino a Arenzano) era già un artista affermato quando collaborò, tra il 1937 e il 1940, alla direzione artistica della Società Ceramica Italiana di Laveno. Sono di quel periodo la Bimba portatrice di pane, Donna alla fonte, Diana cacciatrice, Atteone e Orfeo. Opere di grande espressività, prodotte in piccola serie, che affrancarono definitivamente la ceramica dalla sua condizione di arte minore.
Quell'impronta poetica e visionaria è parte integrante dell'identità di Cerdomus. Un plus che si oppone all'omologazione dello stile e diventa moneta forte nel dialogo con il cliente.
Nei diversi passaggi che hanno segnato la storia dell'azienda - dalla produzione delle prime piastrelle smaltate in bicottura alla monocottura rapida in pasta bianca, dalla produzione del grès porcellanato fino alla decorazione digitale ad alta definizione - emerge quell'eredità, quel gene dell'arte che le ha permesso di essere "altro", di affermarsi come una voce fuori dal coro.
Questa unicità si concretizza oggi in alcune collezioni che esplorano la bellezza dei materiali naturali. Tra le proposte più recenti Calacatta, Pulpis, Mexicana**, Sequoia, Statuario ripropongono le texture e le infinite varianti e sfumature del marmo, della pietra, del legno. Grandi formati rettangolari e quadrati, decori, pezzi speciali, mosaici e mattoncini completano questa nuova categoria di prodotti di alta gamma - battezzati Quintessenza di Cerdomus - pensati per dialogare con il mondo della progettazione.
Un mood di grande sobrietà che accoglie le istanze dell'architettura internazionale e si fa interprete di un esigenza di personalizzazione sempre più sentita dalla clientela.