Tenuta “cum pascoli et vignae”

Villa Bibbiani. Situata tra le località di Capraia e Limite, sulle pendici meridionali del Montalbano in Toscana è circondata da uno splendido parco, da prati, boschi e terreni coltivati a vite e ulivo. La villa è di costruzione rinascimentale appartenuta ai Frescobaldi, tra il 1500 e il 1800, poi acquistata dal marchese Cosimo Ridolfi. L’attuale proprietario è il texano George McCarroll Rappier III.
Villa Bibbiani. Situata tra le località di Capraia e Limite, sulle pendici meridionali del Montalbano in Toscana è circondata da uno splendido parco, da prati, boschi e terreni coltivati a vite e ulivo. La villa è di costruzione rinascimentale appartenuta ai Frescobaldi, tra il 1500 e il 1800, poi acquistata dal marchese Cosimo Ridolfi. L’attuale proprietario è il texano George McCarroll Rappier III.
Villa Bibbiani. Situata tra le località di Capraia e Limite, sulle pendici meridionali del Montalbano in Toscana è circondata da uno splendido parco, da prati, boschi e terreni coltivati a vite e ulivo. La villa è di costruzione rinascimentale appartenuta ai Frescobaldi, tra il 1500 e il 1800, poi acquistata dal marchese Cosimo Ridolfi. L’attuale proprietario è il texano George McCarroll Rappier III.
Villa Bibbiani. Situata tra le località di Capraia e Limite, sulle pendici meridionali del Montalbano in Toscana è circondata da uno splendido parco, da prati, boschi e terreni coltivati a vite e ulivo. La villa è di costruzione rinascimentale appartenuta ai Frescobaldi, tra il 1500 e il 1800, poi acquistata dal marchese Cosimo Ridolfi. L’attuale proprietario è il texano George McCarroll Rappier III.
Villa Bibbiani. La struttura si compone, come da tradizione rinascimentale, di un edificio principale, con un corpo centrale e due torrioni laterali. Al piano terra la cucina e i locali di servizio mentre ai piani alti si aprono stanze da letto, bagni imperiali e saloni di rappresentanza interamente affrescati.
Villa Bibbiani. La struttura si compone, come da tradizione rinascimentale, di un edificio principale, con un corpo centrale e due torrioni laterali. Al piano terra la cucina e i locali di servizio mentre ai piani alti si aprono stanze da letto, bagni imperiali e saloni di rappresentanza interamente affrescati.
Villa Bibbiani. La struttura si compone, come da tradizione rinascimentale, di un edificio principale, con un corpo centrale e due torrioni laterali. Al piano terra la cucina e i locali di servizio mentre ai piani alti si aprono stanze da letto, bagni imperiali e saloni di rappresentanza interamente affrescati. Inoltre la sala del teatro e una cappella privata dedicata a Santa Teresa d’Avila.
Villa Bibbiani. La struttura si compone, come da tradizione rinascimentale, di un edificio principale, con un corpo centrale e due torrioni laterali. Al piano terra la cucina e i locali di servizio mentre ai piani alti si aprono stanze da letto, bagni imperiali e saloni di rappresentanza interamente affrescati. Inoltre la sala del teatro e una cappella privata dedicata a Santa Teresa d’Avila.
Villa Bibbiani. Leopoldo Morara, enologo.
Villa Bibbiani. Leopoldo Morara, enologo.
Villa Bibbiani. Il vino invecchia e si affina nell’antica barricaia con volte a vista tra barriques e grossi fusti di rovere francese o di Slovenia o in anfore di terracotta dell’Impruneta o di Cocciopesto. La terracotta lascia che il vino si esprima rispettandone le caratteristiche e l’autenticità mentre il Cocciopesto, in uso dall’epoca romana, grazie alla micro ossigenazione dell’impasto, rende il vino pulito e armonico.
Villa Bibbiani. Il vino invecchia e si affina nell’antica barricaia con volte a vista tra barriques e grossi fusti di rovere francese o di Slovenia o in anfore di terracotta dell’Impruneta o di Cocciopesto. La terracotta lascia che il vino si esprima rispettandone le caratteristiche e l’autenticità mentre il Cocciopesto, in uso dall’epoca romana, grazie alla micro ossigenazione dell’impasto, rende il vino pulito e armonico.
Villa Bibbiani. Il vino invecchia e si affina nell’antica barricaia con volte a vista tra barriques e grossi fusti di rovere francese o di Slovenia o in anfore di terracotta dell’Impruneta o di Cocciopesto. La terracotta lascia che il vino si esprima rispettandone le caratteristiche e l’autenticità mentre il Cocciopesto, in uso dall’epoca romana, grazie alla micro ossigenazione dell’impasto, rende il vino pulito e armonico.
Villa Bibbiani. Il vino invecchia e si affina nell’antica barricaia con volte a vista tra barriques e grossi fusti di rovere francese o di Slovenia o in anfore di terracotta dell’Impruneta o di Cocciopesto. La terracotta lascia che il vino si esprima rispettandone le caratteristiche e l’autenticità mentre il Cocciopesto, in uso dall’epoca romana, grazie alla micro ossigenazione dell’impasto, rende il vino pulito e armonico.
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Siamo in Toscana, tra le località di Capraia e Limite, sulle pendici meridionali del Montalbano. È qui, circondata da uno splendido parco, prati, boschi e terreni coltivati a vite e ulivo, che sorge Villa Bibbiani, costruzione rinascimentale appartenuta ai Frescobaldi, tra il 1500 e il 1800, poi acquistata dal marchese Cosimo Ridolfi, agronomo, che oltre ad ampliarne i giardini, creò un parco botanico di 20 ettari circa.

Il ripristino di Villa Bibbiani, iniziato nel 2017 con un progetto di restauro della Pierattelli Architetture, ha coinvolto le abitazioni, le scuderie, la limonaia, la serra, il giardino botanico e il teatro. Motore del progetto l’attuale proprietario, il texano George McCarroll Rappier III che si è letteralmente innamorato di questo angolo di paradiso.

La struttura di Villa Bibbiani si compone, come da tradizione rinascimentale, di un edificio principale, con un corpo centrale e due torrioni laterali. Al piano terra troviamo la cucina e i locali di servizio mentre ai piani alti si aprono stanze da letto, bagni imperiali e saloni di rappresentanza interamente affrescati. Vi sono inoltre la sala del teatro e una cappella privata dedicata a Santa Teresa d’Avila. A questi sontuosi ambienti si aggiungono le serre, i padiglioni, la fattoria e gli spazi ad uso agricolo.

Fiore all’occhiello della tenuta la cantina di Villa Bibbiani, creazione di Cosimo Ridolfi, già allora ritenuta all’avanguardia perché dotata di acqua corrente, attraverso un sistema di vasche d’accumulo, e di un sistema di controllo della temperatura molto utile durante la vinificazione.

Attualmente la cantina è organizzata su tre livelli per sfruttare la forza di gravità: dall’ingresso dell’uva all’imbottigliamento del vino. Tecnologia che viaggia di pari passo con la tradizione poiché il ciclo produttivo a caduta implica la raccolta a mano dei frutti e il trasferimenti degli stessi in serbatoi a temperatura controllata. L’obiettivo è di far vivere in ciascuna bottiglia la bellezza e i profumi del territorio.

Il vino a Villa Bibbiani invecchia e si affina nell’antica barricaia con volte a vista tra barriques e grossi fusti di rovere francese o di Slovenia o in anfore di terracotta dell’Impruneta o di Cocciopesto. La terracotta lascia che il vino si esprima rispettando le caratteristiche e l’autenticità mentre il Cocciopesto, in uso dall’epoca romana, grazie alla micro ossigenazione dell’impasto, rende il vino pulito ed armonico.

Nella proprietà sono presenti circa 3 ettari di uliveti specializzati, 20 ettari di vigne specializzati e 20 ettari di seminativo. I vigneti si estendono dalle pendici del colle Montalbano alla Chiesa di San Jacopo a Pulignano oltre i 200 m.s.l.m..

La tradizione vinicola di Villa Bibbiani risale al Medioevo. I vigneti si differenziano per altitudine e composizione del suolo che si compone di galestro, argilla, grosse pietre e sabbia, unicità che regala sentori unici a ciascuna bottiglia. Hanno un’età compresa tra i venti e i cinquant’anni e sono coltivati principalmente a cordone speronato - sistema di allevamento della vite che prevede, durante la potatura invernale, una selezione di germogli – da 5 a 7 – lignificati e posizionati, dai quali ricavare altrettanti speroni da due o tre gemme. Assieme alle varietà autoctone di Sangiovese si trovano alcune piante di Canaiolo e Colorino che compongono il Chianti Montalbano e alcuni ettari di Cabernet Sauvignon.

La gestione attenta e accurata dei vigneti è condizio sine qua non per ottenere buon vino partendo da un’uva sana e bella. I vigneti sono monitorati, in tempo reale, attraverso stazioni meteo in loco nel rispetto del ciclo naturale della vite.

Un’attenzione particolare è riservata alla sostenibilità che va dalla raccolta delle acque - attraverso il sistema di vasche di raccolta di acque piovane, ideato da Cosimo Ridolfi e ampliato negli anni - all’utilizzo di pannelli a energia solare che coprono l’intero fabbisogno di Villa Bibbiani. Non ultimo i tappi utilizzati per l’imbottigliamento, Nomacorc compostabile e zero carbon footprint.

Villa Bibbiani. Chianti Montalbano DOCG dal colore rosso brillante, al naso spiccano note di ciliegia e di frutti rossi. Vino tipico toscano, sosta otto mesi in botti di rovere di Slovenia e in barrique di rovere francese.



La produzione di vini di Villa Bibbiani Chianti Montalbano DOCG dal colore rosso brillante. Al naso spiccano note di ciliegia e frutti rossi. Vino tipico toscano sosta otto mesi in botti di rovere di Slovenia e in barrique di rovere francese. Flora IGT dal colore rosato. Al naso fragranti note di frutti rossi, leggeri sentori di agrumati e note floreali. Le uve, raccolte manualmente, dopo la selezione dei grappoli e successivamente degli acini, vengono inserite in serbatoi in acciaio per gravità e lasciati a contatto con le bucce per esaltare la componente aromatica. Treggiaia IGT, dal colore rosso rubino molto intenso, al naso si distingue per intensità e ricchezza aromatica. Unione di Sangiovese e Cabernet Sauvignon il vino sosta sei mesi in barrique di rovere francesi e altri sei mesi in grandi botti in rovere di Slovenia. Pulignano IGT dal colore rosso rubino brillante, al naso spiccano le note di ciliegia e viola con accenni speziati e tostati. Le uve sono raccolte manualmente con doppia cernita dei grappoli in campo e in cantina. Il vino sosta otto mesi in barrique di rovere francesi e altri sei mesi in grandi botti sempre in rovere francese. Montereggi IGT dal colore rosso rubino molto intenso, al naso si presenta di grande complessità, con sentori di spezie unite a caffè tostato e cacao. Le uve sono raccolte manualmente con doppia cernita in campo e in cantina. Il vino sosta otto mesi in barrique di rovere francese e altri sei in grandi botti sempre in rovere francese.

I prossimi traguardi L’obiettivo è di ampliare e raggiungere i quaranta ettari di superficie coltivata attraverso l’impianto di nuovi vigneti vitati, il consolidamento delle viti già in essere e la diversificazione della produzione. Ritornata sulle scene da poco più di un anno la produzione di Villa Bibbiani è già arrivata in Cina e nei prossimi mesi giungerà anche sul mercato statunitense iniziando da Florida e Texas.

Una crescita che Simone Pezzatini, marketing manager di Villa Bibbiani commenta così: «Il mercato italiano ha risposto positivamente nonostante le limitazioni contingenti dell'anno appena passato, e l'interesse è quello di proporci al mondo dell'Horeca di alta gamma: ristoranti, enoteche e winebar, per desiderio dello stesso Rapier che punta in alto e vorrebbe portare le bottiglie di Villa Bibbiani sulle tavole ad accompagnare i piatti degli chef stellati.»

Per i cultori di questa materia è assolutamente da non perdere l’evento degustazione Best Wine Stars 2021 a Milano dal 26 al 27 giugno all’ex Palazzo del Ghiaccio in via G. B. Piranesi, 14 durante il quale Villa Bibbiani sarà presente con la propria produzione enologica.

 

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