A Milano, aperitivo e cena con vista sulla città

Torre Fondazione Prada, Milano. Progetto architettonico di OMA. Foto: Bas Princen 2018 Courtesy Fondazione Prada.
Torre Fondazione Prada, Milano. Progetto architettonico di OMA. Foto: Bas Princen 2018 Courtesy Fondazione Prada.
Torre Fondazione Prada, Milano. Progetto architettonico di OMA. Foto: Bas Princen 2018 Courtesy Fondazione Prada.
Torre Fondazione Prada, Milano. Progetto architettonico di OMA. Foto: Bas Princen 2018 Courtesy Fondazione Prada.
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. A sinistra / On the left Lucio Fontana, Pilastro, 1957. Ceramica smaltata policroma / Glazed polychrome ceramic (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. A sinistra / On the left Lucio Fontana, Pilastro, 1957. Ceramica smaltata policroma / Glazed polychrome ceramic (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. Da sinistra a destra, opere di John Wesley, William N. Copley, Goshka Macuga e Lucio Fontana. (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. Da sinistra a destra, opere di John Wesley, William N. Copley, Goshka Macuga e Lucio Fontana. (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. A destra: Tile Garden Krutikow, 2008-2009. Azulejos, malta, legno, alberi di limone in vasi di ceramica smaltata (Ricostruzione parziale). Azulejos, mortar, wood, lemon trees in glazed ceramic pots (Partial reconstruction). (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. A destra: Tile Garden Krutikow, 2008-2009. Azulejos, malta, legno, alberi di limone in vasi di ceramica smaltata (Ricostruzione parziale). Azulejos, mortar, wood, lemon trees in glazed ceramic pots (Partial reconstruction). (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti, Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. Al centro / center Tile Garden Krutikow, 2008-2009. Azulejos, malta, legno, alberi di limone in vasi di ceramica smaltata (Ricostruzione parziale). Azulejos, mortar, wood, lemon trees in glazed ceramic pots (Partial reconstruction). (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti Courtesy Fondazione Prada).
Ristorante Torre. Fondazione Prada, Milano. Al centro / center Tile Garden Krutikow, 2008-2009. Azulejos, malta, legno, alberi di limone in vasi di ceramica smaltata (Ricostruzione parziale). Azulejos, mortar, wood, lemon trees in glazed ceramic pots (Partial reconstruction). (Foto: Delfino Sisto Legnani e Marco Cappelletti Courtesy Fondazione Prada).
Torre Fondazione Prada, Milano. Progetto architettonico di OMA. Foto: Bas Princen 2018 Courtesy Fondazione Prada.
Torre Fondazione Prada, Milano. Progetto architettonico di OMA. Foto: Bas Princen 2018 Courtesy Fondazione Prada.
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Dal 9 maggio 2018 la Fondazione Prada ospita al sesto e settimo piano del nuovo edificio – progettato da Rem Koolhaas con Chris van Duijn e Federico Pompignoli dello studio OMA – che va a completare la sede di Milano  il Ristorante Torre.

I locali del Ristorante Torre si articolano su due livelli. Il sesto piano, con una superficie di 215 m², ospita l’area bar e l’area ristorante. Il bar oltre al bancone centrale, con una bottiglieria sospesa di distillati e liquori internazionali, si apre ad un’area living con camino e poltroncine Soviet e tavolini Tulip di Eero Saarinen. Alle pareti due opere firmate Lucio Fontana: Cappa per caminetto (1949) e Testa di medusa (1948-54). La ceramica policroma Pilastro (1947) sempre di Lucio Fontana, fa da ouverture al ristorante che con ottantaquattro coperti, si dispone su tre livelli leggermente sfalsati, per ricreare un’ideale belvedere. Tavolini in legno e sedie Executive di Eero Saarinen e una selezione di quadri di William N. Copley, Jeff Koons, Goshka Macuga e John Wesley il design scelto per il primo e secondo livello.

Il terzo livello, l’ultimo, è un mix di arredi originali del “Four Seasons Restaurant” di New York, un progetto del 1958 di Philip Johnson, e di elementi dell’installazione The Double Club (2008-2009) di Carsten Höller. Alle pareti, come da tradizione italiana, piatti d’artista realizzati ad hoc per il Ristorante Torre da John Baldessari, Thomas Demand, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Elmgreen & Dragset, Joep Van Lieshout, Goshka Macuga, Mariko MoriTobias Rebherger, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli e John Wesley. La serie è aperta a nuovi contributi…

Il sesto piano - bar e ristorante - è accomunato da vetrate a tutta altezza, con un’ inedita vista della città; da un parquet, dai toni caldi; da una boiserie in legno di noce e da pannelli in canapa che vestono le pareti. Con affaccio sulla città, la terrazza esterna, a pianta triangolare, ha una superficie di 125 m², è divisa in due zone: ristorante e bar con tavoli scorrevoli organizzati lungo il parapetto che all’occorrenza si compongono e scompongono.

Il settimo piano, con parete vetrata con vista sulle cucine e terrazza privata, ospita lo chef’s table, uno spazio esclusivo e riservato con servizi dedicati.

Il menù proposto è autenticamente italiano, ispirato alle tradizioni regionali mentre la carta dei vini si compone di etichette italiane e straniere. La collaborazione con CARE’s The Ethical Chef Days - progetto ideato da Norbert Niederkofler e Paolo Ferretti - porterà nel corso dell’anno, nelle cucine del Ristorante Torre, chef internazionali Under 30 che proporranno piatti tipici del proprio paese seguendo i principi di una cucina etica e sostenibile.

Gabriella Steffanini

Gabriella Steffanini

Cresciuta professionalmente nel mondo dell’editoria e della comunicazione, oggi, con il progetto FourExcellences, ha concretizzato un sogno. Attrice per hobby, yogi nell’anima e sportiva per vocazione, è un mix di caos, silenzio, musica, generosità, amore, amicizia, favole, vecchio, moderno, tablet, pc, libri e parole, parole, parole… Cosa saremmo senza? Content creator & Digital PR.
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