Un pranzo a Barcellona

The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Burger de frijoles negros con pan pretzel. Burger di fagiolo nero con pane pretzel (photo Paula Ospina).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Burger de frijoles negros con pan pretzel. Burger di fagiolo nero con pane pretzel (photo Paula Ospina).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Il ristorante, progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield, è in C/ de La Reina Cristina 12 a Barcellona. La zona, oggi zona pedonale e area protetta della città, tra gli Anni ’70 e ’80 è stata epicentro del commercio di elettrodomestici (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Il ristorante, progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield, è in C/ de La Reina Cristina 12 a Barcellona. La zona, oggi zona pedonale e area protetta della città, tra gli Anni ’70 e ’80 è stata epicentro del commercio di elettrodomestici (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Pizza negra de carbón activado con calabaza, cebolla caramelizada, queso de cabra y pistachos. Pizza nera al carbone vegetale con zucca, cipolle caramellate, formaggio di capra e pistacchi (photo Paula Ospina).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Pizza negra de carbón activado con calabaza, cebolla caramelizada, queso de cabra y pistachos. Pizza nera al carbone vegetale con zucca, cipolle caramellate, formaggio di capra e pistacchi (photo Paula Ospina).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Il lungo corridoio che accoglie gli ospiti è completamente rivestito da pannelli in rovere. Le pareti laterali sono movimentate da ampie nicchie, una fila di frigoriferi con la porte a vetri e ariose finestre che si affacciano sul giardino interno (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Il lungo corridoio che accoglie gli ospiti è completamente rivestito da pannelli in rovere. Le pareti laterali sono movimentate da ampie nicchie, una fila di frigoriferi con la porte a vetri e ariose finestre che si affacciano sul giardino interno (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Al centro della sala un corner con sofà posizionati a quadrato (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Al centro della sala un corner con sofà posizionati a quadrato (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. La sala centrale, ampia e ariosa, è ammorbidita da filari di archi e dalla luce naturale che filtra dalla parete a vetri (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. La sala centrale, ampia e ariosa, è ammorbidita da filari di archi e dalla luce naturale che filtra dalla parete a vetri (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. L’ampio bar con il bancone in rame e l’affaccio sul giardino interno (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. L’ampio bar con il bancone in rame e l’affaccio sul giardino interno (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Le cucine, nella foto in fondo al corridoio, sono a vista. L’attività dello chef, Marcelino Jimenez, e del suo staff, accompagna i pasti degli ospiti (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Le cucine, nella foto in fondo al corridoio, sono a vista. L’attività dello chef, Marcelino Jimenez, e del suo staff, accompagna i pasti degli ospiti (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. In linea retta il corridoio che accoglie gli ospiti e parte della sala centrale con tavoli e sedie (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. In linea retta il corridoio che accoglie gli ospiti e parte della sala centrale con tavoli e sedie (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Siamo circondati da legni pregiati, oggetti di design, piastrelle in terracotta, rame e raffinata biancheria per la tavola (photo Iñigo Bujedo).
The Green Spot. Barcelona. En Compañía de Lobos. Progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Siamo circondati da legni pregiati, oggetti di design, piastrelle in terracotta, rame e raffinata biancheria per la tavola (photo Iñigo Bujedo).
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Barcellona è una delle poche città europee che amo alla follia. Ogni volta che ci torno, e ultimamente capita abbastanza spesso, è come se tornassi a casa. Sarà il clima – sempre mite - saranno le persone – ciarliere, simpatiche e sempre disponibili – sarà il cibo – la cucina spagnola non ha poi molto da invidiare a quella italiana, dopo tutto gli ingredienti sono gli stessi – sarà l’architettura – qui tutto è storia, arte e cultura - e soprattutto, last but not least, saranno il mare e il sole – ma tutto di questa città mi piace. Il nostro quotidiano, quando siamo a Barcellona, è raramente “turistico”. Vivendo con gli autoctoni scopriamo mercatini, locali, negozi e angoli della città che da straniero, se non ben indirizzato, perderesti.

 

 

INTERNA POST.Green Spot Barcelona En Compania de Lobos Chili sin Carne ph Paula Ospina 200x300

Chili sin carne. Guiso mexicano con verduras y frijoles. Chili senza carne. Stufato messicano con verdure e fagioli (photo Paula Ospina).

 

 

Il primo di gennaio, per festeggiare l’inizio d’anno, abbiamo pranzato al The Green Spot, ristorante vegetariano della En Compañía de Lobos, fondata da Tomás Tarruella, co fondatore del Grupo Tragaluz, compagnia che conta una lunga serie di ristoranti tra Barcellona e Madrid. La zona della città che ospita il ristorante è stata, tra gli Anni ’70 e ’80, epicentro del commercio degli elettrodomestici, oggi è zona pedonale e area protetta della città.

Entriamo nel ristorante, progettato dall'architetto brasiliano Isay Weinfield. Ci accoglie un lungo corridoio, completamente rivestito da pannelli in rovere. Le pareti sono movimentate da entrambi i lati. Da una parte ampie nicchie accolgono stoviglie, posate e bicchieri puliti e una fila di frigoriferi con le porte a vetri, dall'altra, ariose vetrate si affacciano sul giardino interno, molto elegante. Il camminamento conduce nella sala, spaziosa, con tavoli e sedie e al centro un corner con sofà posizionati a quadrato. L'isola è molto intima, ideale per scambiare quattro chiacchiere e bersi un cocktail di frutta. Una scenografia sobria e rilassante, ammorbidita da filari di archi e dalla luce naturale che filtra dalle pareti a vetri. Siamo circondati da legni pregiati, piastrelle in terracotta, rame e raffinata biancheria per la tavola. L'ampio bar ha il bancone in rame e veduta sul giardino interno. Le cucine sono a vista, e l'attività dello chef, Marcelino Jimenez, e del suo staff, accompagna i pasti degli ospiti.

 

 

INTERNA POST.The Green Spot Barcelona En Compania de Lobos Spatzel integral con queso raclette y cebolla caramelizada ph Paula Ospina 200x300

Spätzel integral con queso raclette y cebolla caramelizada. Spätzel integrale con fomaggio raclette e cipolle caramellate (photo Paula Ospina).

 

Il menu, come dicevo, è completamente vegetariano: una dieta mediterranea che si fonde con i sapori, i profumi e le ispirazioni della cucina giapponese, indiana, messicana, araba, sud-est asiatica e latina. Ortaggi, cereali, legumi, semi, noci, erbe aromatiche, frutta e formaggi vengono proposti al vapore, al forno, fritti, caramellati, crudi o combinati con salse. Le pizze, da italiana doc, sono veramente buone, cotte nel forno a legna, e con l'impasto nero al carbone vegetale. Completano il menu i dolci – tra gli altri, noce di cocco e frittelle di banana – e i succhi di frutta.

L'obiettivo era creare un ristorante per vegetariani, e non, e per tutti coloro che amano il buon cibo e la buona cucina, senza spendere una fortuna.

Secondo me ci sono riusciti… 

Gabriella Steffanini

Gabriella Steffanini

Cresciuta professionalmente nel mondo dell’editoria e della comunicazione, oggi, con il progetto FourExcellences, ha concretizzato un sogno. Attrice per hobby, yogi nell’anima e sportiva per vocazione, è un mix di caos, silenzio, musica, generosità, amore, amicizia, favole, vecchio, moderno, tablet, pc, libri e parole, parole, parole… Cosa saremmo senza? Content creator & Digital PR.
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