Il progetto espositivo - a cura di Daniela Ferretti con Cristina Da Roit e in collaborazione con Axel & May Vervoordt Foundation - si propone di indagare con maggiore attenzione due temi che li accomunano: da un lato la pratica della pittura, saldamente inserita nella tradizione europea degli antichi maestri, dall’altro la passione collezionistica intesa come occasione di studio e rielaborazione artistica.
Mariano Fortuny y Marsal aveva coltivato la propria passione per l’antiquariato circondandosi di tessuti antichi, vetri, vasellame, armi dei secoli passati, statue, mobili, tappeti, con i quali decorava il proprio atelier e dai quali prendeva spunto per inserirli nei propri quadri, spesso trasformati o reinterpretati. Molti di questi oggetti, oltre a numerose opere da lui dipinte, rimasero in famiglia dopo la sua morte prematura. Altri furono venduti ma la moglie Cecilia conservò fotografie, schizzi, studi o tele nelle quali erano ritratti: un nucleo importante della collezione dunque rimase in famiglia e fu conservata prima a Palazzo Martinengo e infine a Palazzo Pesaro Orfei, attuale sede del Museo Fortuny. Dopo la morte del figlio solo una piccola parte dei reperti rimase però a Venezia: parti della collezione furono donate a diversi musei europei per volontà di Mariano e della moglie Henriette e si trovano attualmente a Barcellona, Castres, Londra, Madrid e Parigi.
Info: www.fortuny.visitmuve.it
Didascalia. Mariano Fortuny y Madrazo Palazzo Pesaro Orfei. Interno dell'atelier al primo piano nobile Palazzo Pesaro Orfei. Interior of the atelier on the first floor 1940 ca. pellicola in celluloide (diapositiva a colori) / color film Fondazione Musei Civici di Venezia-Museo Fortuny 24x36 mm