La prima mostra era nel segno della precarietà (La tenerezza inganna da artespaziotempo); la seconda ha portato vento di scirocco (Le camere dello scirocco alla Basilica di San Celso); la terza permetterà di inoltrarsi in un giardino luminoso. Un giardino onirico, un luogo che non esiste ma fa bene a tutti immaginarlo e che l’artista crea nelle sale di artespaziotempo.
Un giardino di rose tardive che nascono fuori stagione, in momenti climatici difficili e non idonei al naturale sviluppo del fiore. Sono le rose che resistono ed insistono, che si danno una possibilità sempre, soprattutto in momenti nei quali gli andamenti ritmici interiori sembrano vacillare. Per questo progetto l’artista parte da una riflessione, ispirata da un brano tratto dal “Deserto” di Camus, sulle verità che possono emergere da uno sguardo puro e libero sul mondo che ci circonda, privo di giudizio, contemplativo e radicato nel presente. Per Camus l’intuizione arriva dalle rose tardive del Chiostro di Santa Maria Novella a Firenze, per Proust dalle madelaine a colazione. Una verità che Claudia De Luca intende come un possibile sempre aperto e mai concluso. Le rose tardive sono l’esempio di come la vita, anche nelle sue contraddizioni, ci appare comunque intensa ed è solo nell’afferrarla, nel farla propria che la possiamo riconoscere come autentica.
Info: www.artespaziotempo.it