Dal 25 gennaio al 23 marzo 2024 la galleria Francesca Minini di Milano ospita la mostra Canary Chorus dell'artista tedesco Matthias Bitzer.
«L’aria è irrespirabile e il canto dei canarini si fa sempre più flebile. Il suo cinguettio comincia a venir meno insieme all'ossigeno. Non c'è nulla di permanente qui, la stabilità è solo l'illusione di una mente finita che si trova di fronte all'infinito.
Gli esseri umani vivono una vita così breve da illudersi che la realtà possa essere regolata e stabilizzata. Hanno bisogno di tracciare e determinare i confini, ma possono farlo solo ridefinendoli continuamente. L'aspirazione a stabilire un ordine che sia definitivo per più di un istante ci mostra quanto sia facile ingannare gli uomini, e come siano loro a ingannare se stessi.
Ogni identità non può fare a meno di costruirsi e demolirsi continuamente, aggiungendo e rimuovendo parti. Una volta che il bambino ha imparato a riconoscere il suo riflesso, non smette di cercarlo negli altri. Riuscirà mai a distinguere ciò che lo influenza da ciò che lui stesso ha influenzato?
Si dimena e cambia forma fino alla morte per non guardare nelle profondità dell'abisso. Cambiamenti di direzione improvvisi e ripetuti rendono illeggibile qualsiasi palinsesto. Cancellazioni, correzioni e sovrapposizioni lo allontanano sempre più da chi sarebbe stato se ciò che non è gli fosse apparso come ciò che è.
Eternamente in bilico tra la coerenza e il suo contrario, come il cavallo sulla scacchiera può spostarsi solo dal nero al bianco e viceversa, incapace di muoversi in linea retta.
Nella folla, in un gioco ininterrotto di sguardi e riflessioni, nello slittamento tra realtà e immaginazione, risuona il nostro eco. Nella moltitudine si rimodellano le identità e si definiscono le maschere. Ma cosa accadrebbe se nessuno potesse più vedere il proprio riflesso?» Francesco Scalas
Info: www.francescaminini.it