Definito da Peter Fischli come “un caleidoscopio di gesti ripudiati”, il progetto esplora una serie di momenti di rottura nella storia della pittura degli ultimi 150 anni, in relazione alla comparsa di nuovi fattori sociali e valori culturali.
La mostra si proietta anche nelle dimensioni del presente e del futuro per capire se un ulteriore sviluppo di questo processo è oggi in corso e se l'attuale rivoluzione digitale può essere all’origine di una nuova crisi della pittura o, al contrario, può contribuire al suo rinnovamento.
“Lo spettro che riappare continuamente per narrare la storia della fine della pittura è un problema fantasma? E in caso affermativo, i fantasmi possono essere reali?”. Questi sono stati i dubbi che hanno guidato Fischli nel processo di concezione della sua mostra. Nel tentativo di rispondere a queste e altre domande aperte, ha identificato cinque rotture radicali causate da cambiamenti tecnologici e sociali che corrispondono a mutamenti di paradigma nell’arte attraverso il rifiuto e la reinvenzione della pittura.
L’artista ha concepito questa mostra come una pluralità di narrazioni raccontate da lui stesso in prima persona, con un tono soggettivo. Il percorso espositivo inizia al piano terra di Ca’ Corner della Regina con una nuova opera site-specific di Fischli, un modello in scala ridotta dell’intero progetto, definito dall’artista come “una scultura di una mostra di pittura”. L’opera è accompagnata da testi scritti dallo stesso Fischli per illustrare ciascuna delle 10 sezioni del progetto che riunisce oltre 110 opere realizzate da più di 80 artisti.
La mostra Stop Painting è accompagnata da un volume illustrato pubblicato da Fondazione Prada.
Web. www.fondazioneprada.org