Bestie di scena

bestie di scena recensione teatro strehler 2017

BESTIE DI SCENA
Ideato e diretto da Emma Dante
Con Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Viola Carinci, Italia Carroccio, Davide Celona, Sabino Civilleri, Alessandra Fazzino, Roberto Galbo, Carmine Maringola, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Daniele Savarino, Stephanie Taillandier, Emilia Verginelli Daniela Macaluso, Gabriele Gugliara
Coproduzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo, Festival d’Avignon

Dal 28 febbraio al 19 marzo 2017 al Piccolo Teatro Strehler

 

7 marzo 2017 - All'inizio, c’è fatica: fianco al fianco, occhi negli occhi, stessi movimenti, stesso ritmo, fino allo sfinimento e oltre, ogni volta con rinnovato vigore. Quattordici attori in scena in un incastro di corpi che si muovono all'unisono a riempire lo spazio. Quattordici attori, eppure un corpo unico. Nessun elemento scenico, solo fatica, sudore, impegno, vigore. E di nuovo, fatica, sudore, impegno, rigore.

Poi la vergogna, aggraziata di chi, con umiltà e coraggio, si spoglia di tutto davanti a tutti. E timida e pudica di chi è lì a guardare. In un gioco riflesso che si alimenta a vicenda. Poi qualcosa viene lanciato sul palco. O calato dall'alto. In un movimento pulito di forma e colore. Ora un drappo di stoffa. Ora dei piccoli petardi. Ora carillon, noccioline, panni colorati. Come animali in gabbia o cavie di laboratorio, i quattordici attori vengono sottoposti a continui stimoli, esperimenti, piccole torture, da parte di Qualcuno che mai si vede, ma che sempre incombe.

Gli attori bevono, mangiano, si lavano, puliscono, timidamente esplorano, hanno paura, si difendono, in un crescendo di sollecitazioni, che porta ciascuno alla scoperta di un personaggio, delle sue abilità e dei suoi blackout. Senza indugi e senza giudizi.

Bestie di scena di Emma Dante è un inno al lavoro faticoso dell’attore, attraverso una formula nuova per la regista palermitana che della fisicità ha sempre fatto un cavallo di battaglia, ma che qui la spinge talmente oltre, da perdere la parola. Un inno al lavoro dell’attore e del farsi uomini. Fino alle note finali, quando a quel Qualcuno che lancia scarpe e vestiti perché si coprano, le bestie di scena rispondono tornando in proscenio e scegliendo di mostrarsi per quello che sono. Questa volta senza più vergogna negli occhi loro o di chi li guarda. Semplicemente uomini fra gli uomini.


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Babi Campi Falcone

Babi Campi Falcone

Mi occupo di teatro da una decina di anni e lavoro nell'ambito della comunicazione da qualche anno in più. Mi piace fotografare volti per strada. Mi piace costruire mobili. E mi piace leggere. Da Ariosto a Philip K. Dick, da Pinter a John Patrick Shanley. Ultimamente e inspiegabilmente - anche qualche libro sulla fisica quantistica e la teoria dell'universo olografico. Tra i viaggi più belli, 10 anni di psicoanalisi junghiana...

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