Il paesaggio umbro è un susseguirsi di pianure, vallate, altopiani e catene montuose. L’Umbria è il “cuore” d’Italia, la Regione che nel mondo ci invidiano per l’indiscutibile bellezza paesaggistica, l’arte, la cultura, la cucina, le tradizioni, la storia. Culla dello spirito, patria di San Francesco e Santa Chiara ospita monasteri benedettini e francescani, basiliche e chiese che ovunque accolgono e consolano. Un'ispirazione per architetti e artisti che con generosità ci hanno lasciato testimonianza di un Rinascimento ancora tangibile e vivo.
In questo quadro di magnificenza creativa, si svolge la storia della residenza che oggi ospita l’hotel Alla Posta dei Donini. La famiglia dei Conti Donini, di origini venete, si trasferisce dalla Toscana in Umbria tra le fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento decidendo di edificare in San Martino in Campo, paese tra Perugia e Assisi, la propria residenza estiva. Nel contempo avvia l’allevamento di bachi da seta per la produzione di raffinati broccati e velluti. Un'attività prestigiosa, che colloca la famiglia tra le più facoltose e influenti dell’Umbria del Settecento.
In occasione della costruzione di Palazzo Donini a Perugia, oggi sede della Regione Umbria, sono stati apportati alla villa importanti lavori di abbellimento e ammodernamento che hanno coinvolto anche il piano nobile. La superficie, composta da una classica infilata di salotti, è stata nobilitata dall'intervento di famosi pittori delle scuole di Francesco Appiani e Nicola Giuli di cui si riconoscono anche una serie di tele dipinte datate 1780. Nella sala, nata per i concerti, le pareti sono interamente foderate da tele dipinte dalla scuola di Appiani. Gli vengono attribuiti anche la pala d’Altare, olio su tela, nella cappella settecentesca - raffigurante San Filippo Neri e la Madonna - e il soffitto affrescato con elementi architettonici, decori floreali e tratti di cielo con angeli, di quella che una volta era la sala da pranzo dei Donini. Un luogo decisamente suggestivo trasformato oggi nella camera da letto più prestigiosa della residenza. Nelle cinque sale, al piano terra, i soffitti sono stati affrescati tra l’inizio e la fine dell’Ottocento. Nella hall: salotti in tessuto pregiato, mobili del Settecento e Ottocento, lampadari di Murano, pavimenti in cotto e ceramiche Deruta, introducono immediatamente l'ospite allo stile della casa.
Alla Posta dei Donini si compone di due dimore: Villa Costanza nel corpo centrale e Villa Laura, collegate internamente da un camminamento a vetrate sul parco, e dal ristorante Pantagruel, inserito nella casa del custode. La struttura è inoltre immersa in 22.000 mq. di parco botanico privato circondato da una vegetazione sempreverde. Da segnalare: il mausoleo dedicato alla Contessa Donini, risalente al 1850 e, dello stesso periodo, la piccionaia interamente dipinta a finto legno. Lungo il viale sono conservate cinque urne cinerarie etrusche del III Secolo a.C. e all'ingresso principale sono posizionati sei vasi in terracotta risalenti al Settecento.
Le camere, che compongono il complesso Alla Posta dei Donini, sono quarantotto e di diversa tipologia. Affrescate, con travi a vista e con letto a baldacchino. Tutte accomunate da estrema eleganza e cura negli arredi. A queste si aggiungono undici sale di varia metratura, di cui otto affrescate, per accogliere eventi e il centro benessere Ginkgo Spa, inaugurato nel 2008, con piscina riscaldata e depurata con sale marino.
Il mantenimento esemplare della tenuta Alla Posta dei Donini, che la differenzia in modo sostanziale da altre dimore storiche, si deve all'amore e alla lungimiranza della famiglia Donini che, di generazione in generazione, ha abitato questa casa fino al 1964, anno in cui la proprietà è stata venduta a una famiglia perugina. Nel 1999 c'è un ulteriore passaggio, con l'acquisto della villa da parte dell'Ing. Ennio Mencaroni che la apre al pubblico come struttura ricettiva. Classificata come Residenza d’Epoca è vincolata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali.
Verde, silenzio, relax. L'ospitalità in una residenza d'epoca
Gabriella Steffanini