Il "calzolaio" delle dive

Sabot, Salvatore Ferragamo, Collezione Primavera/Estate 2015.
Sabot, Salvatore Ferragamo, Collezione Primavera/Estate 2015.
Salvatore Ferragamo. Zeppe in pelle con plateau.
Salvatore Ferragamo. Zeppe in pelle con plateau.
Joan Crawford nell'Hollywood Boot Shop
Joan Crawford nell'Hollywood Boot Shop
Mary Pickford e Paulette Goddard (1954)
Mary Pickford e Paulette Goddard (1954)
L'iconica Rainbow 1938, Salvatore Ferragamo.
L'iconica Rainbow 1938, Salvatore Ferragamo.
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Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi. (Joe Biden)

Sinonimo di altissima qualità "Made in Italy" la storia del Gruppo Ferragamo risale al 1927. È la storia di Salvatore Ferragamo, artigiano campano che, emigrato negli Stati Uniti, decide di tornare in Italia per aprire un laboratorio a Firenze, città tradizionalmente ricca di abili artigiani, dove inizia a produrre le calzature che lo avevano reso celebre presso le star di Hollywood.

Salvatore Ferragamo



Gli anni che seguono consolidano il suo successo, sia dal punto di vista creativo, sia della clientela, con molte delle celebrities del tempo che vengono a Firenze per farsi realizzare le scarpe. Così Ferragamo è in grado di acquistare Palazzo Spini Feroni, in Via Tornabuoni, che da allora è la sede dell’azienda. Nel 1938, oltre al negozio di Firenze, si apre in Old Bond Street a Londra e in Via Condotti a Roma. Dieci anni più tardi a New York è tempo del primo negozio del marchio "Salvatore Ferragamo" al numero 424 di Park Avenue. Dal secondo dopoguerra, con la produzione di 350 scarpe al giorno e 700 artigiani assunti, il successo continua senza mai arrestarsi. La storia personale del calzolaio campano che piace da subito alle dive americane finisce nel 1960 ma inizia la seconda parte della storia della casa di moda fiorentina. Con la morte del Fondatore l’azienda viene riorganizzata ma tutto resta in famiglia: alla presidenza siede la moglie Wanda Ferragamo Miletti, a capo del reparto creativo vi è la figlia Fiamma di San Giuliano Ferragamo per la pelle donna e Giovanna Gentile Ferragamo per il ready to wear donna. Negli anni nascono, con la figlia Fulvia Visconti Ferragamo, la produzione dei foulard Ferragamo che ancora oggi rappresenta uno dei punti di forza del marchio e, grazie al figlio Leonardo Ferragamo, la linea di abbigliamento maschile fatta di dettagli sartoriali di alta classe. Se è vero che ognuno ha il destino nelle proprie mani, il fondatore della Maison quotata in borsa nel 2011, l'ha capito sin dagli esordi. Innovazione, qualità artigianale e creatività. Già dagli Anni ’40 non solo le dive hollywoodiane ma tutte le donne del mondo devono al calzolaio-imprenditore la piccola e grande rivoluzione chiamata zeppa, la suola che sostituisce il tacco ma permette di sollevare le scarpe slanciando gambe e caviglie di chi comodamente le indossa. Salvatore Ferragamo è anche il primo stilista italiano a introdurre nella produzione delle calzature materiali poveri ma ecologici come il sughero, il filo di nylon da pesca e la rafia. Anticipatore anche sul fronte della distribuzione e espansione sui mercati internazionali.

Massimiliano Giornetti, Fashion director di Salvatore Ferragamo.



Ancora oggi il 90% del fatturato del Gruppo che produce in Italia calzature, pelletteria, abbigliamento, accessori, profumi, occhiali e gioielli, è realizzato all'estero. Il brand è presente in novantatré Paesi con una rete di oltre 640 negozi monomarca. Valori storici e rispetto della tradizione, altissimi standard qualitativi, ma anche ricerca continua e passione per la sperimentazione, talento italiano oggi firmato dal Direttore Artistico Massimiliano Giornetti fanno del Gruppo Salvatore Ferragamo un’eccellenza italiana.

Se solo fosse vivo oggi il calzolaio delle dive americane avrebbe qualcosa da insegnare a chi non ha creduto nel valore del produrre “Made in Italy”.

www.ferragamo.com | @ferragamo | #ferragamo
Emanuela Pezzoni

Emanuela Pezzoni

Dopo avere affiancato i grandi della moda e della finanza internazionale decide di mollare tutto, Milano compresa. Si trasferisce da una provincia all’altra per diventare giornalista professionista senza mai rinunciare ai suoi tacchi rigorosamente "Made in Italy". Non potrebbe vivere senza un interlocutore da intervistare e una passione per cui vale la pena vivere.

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