Io sono convinto che esista nel mercato un enorme bisogno di arte e di poesia che l'industria di produzione di grande serie non ha ancora capito. Noi non miriamo a un certo tipo di pubblico specifico, ci interessa casomai mirare all'interno di ognuno... in qualcosa di molto profondo. (Alberto Alessi) (*)
1921. È qui che si colloca, sulla linea del tempo, la fondazione del marchio Alessi. Una tra le migliaia di "storie" di imprenditoria italiana capace di evolvere e rigenerarsi con quell'intuito infallibile che le fa essere sempre in sintonia con il presente. Un'imprenditoria lungimirante, in ascolto, ancora capace di scommesse e di sogni. All'inizio è l'officina meccanica FAO (F.lli Alessi Omegna), un laboratorio artigianale fondato da Giovanni Alessi e da suo fratello nel quale vengono prodotti oggetti per la tavola e la casa in rame, ottone e alpaca, poi nichelati, cromati o argentati. Nel 1932 si scrive il futuro. Entra in azienda Carlo Alessi, primogenito di Giovanni, è lui che disegna la maggior parte dei progetti entrati in catalogo fino al 1945, anno di presentazione del Servizio da tè e caffè Bombé, considerato ancora oggi uno degli archetipi del design italiano. Nel dopoguerra la produzione si trasforma da artigianale a industriale abbandonando l'uso dei metalli morbidi a favore dell'acciaio inossidabile. Inizia la creazione di oggetti per alberghi, bar e ristoranti.
È un punto di svolta. Con Ettore, fratello di Carlo, l'Ufficio Tecnico diventa un autentico laboratorio progettuale che si apre a collaborazioni con designer esterni: Luigi Massoni, Carlo Mazzeri e Anselmo Vitale. Nascono dei bestseller ancora in catalogo, come il Cocktail shaker 870 del 1957. Alberto Alessi: "un marchand de bonheur"(**) Nel 1970, l'ingresso di Alberto Alessi in azienda, nipote del fondatore, porta un ulteriore slancio. Alessi si identifica con "La fabbrica del design" e l'utopia si concretizza in un'idea di impresa-laboratorio che abbraccia Rinascimento e futuro, capace di anticipare e percorrere i labirinti emozionali del pubblico, intercettandone i sogni, concretizzando in un piccolo universo oggettuale una precisa idea della vita: giocosa, ironica, colorata. Un'avventura meravigliosa, dove l'accento è posto sui rituali quotidiani - fare colazione, pranzare insieme, bere un caffè, stappare una bottiglia - e su una nuova idea di estetica, più nitida nel segno e a tratti irriverente, sganciata dai formalismi domenicali. Ogni giorno è un dono, ogni giorno è una festa da celebrare.
Una rivoluzione concettuale cui si sono uniti indiscussi maestri del design italiano - come Ettore Sottsass, Achille Castiglioni, Aldo Rossi, Enzo Mari, Alessandro Mendini – e progettisti di fama internazionale: David Chipperfield, Doriana e Massimiliano Fuksas, Toyo Ito, Odile Decq, Richard Sapper, Michael Graves, Philippe Starck, Stefano Giovannoni, Guido Venturini, Jasper Morrison, i Fratelli Campana, Ronan & Erwan Bouroullec, Mario Trimarchi, Patricia Urquiola, Marcel Wanders.
Un'officina meccanica e un laboratorio di ricerca
Radicata nel territorio - a Crusinallo di Omegna, sul lago D'Orta - e forte delle abilità delle sue maestranze, Alessi resta uno dei rari esempi di industria italiana in cui l'esperienza dell'officina meccanica è ancora centrale nella realizzazione del progetto, permettendo continue sperimentazioni. Qui, il pensiero e l'oggetto fanno parte di un unico, fluido movimento che continuamente si rinnova, nelle forme, nella tecnica, nei materiali. Innumerevoli nell'ultimo trentennio le grandi operazioni di ricerca - come "Tea & Coffee Piazza" e "Tea & Coffee Towers" da cui scaturiranno alcuni bestseller come la caffettiera espresso La conica di Aldo Rossi, Il Bollitore 9093 con fischietto a uccellino di Michael Graves e i servizi da tavola Colombina collection di Doriana e Massimiliano Fuksas e Tonale di David Chipperfield - e le provocazioni, con lo spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck, l’accendigas Firebird di Guido Venturini o lo scopino da bagno Merdolino di Stefano Giovannoni.
C'è dunque più di un motivo se Alessi è stata definita la "Fabbrica dei sogni". Perché risponde alla nostra ricerca di felicità e bellezza e di questi valori si fa portavoce, esplorando i territori dell'arte e della poesia, trasferendo un intimo sorriso nelle piccole cose di ogni giorno.
(*) Dalla videointervista "IL MARCHIO: IL CASO ALESSI. CAPIRE L'ECONOMIA" (produzione per RAI Educational).
(**) Così Philippe Starck, definì Alberto Alessi.