Napoli ti incanta con i sui splendori naturali e la sua storia, ma sono i colori e la vivacità umana e culturale a definirla. Mario Valentino - il “Re della pelle” protagonista indiscusso della moda italiana dagli anni cinquanta fino alla fine degli anni ottanta - è stato uno dei principali artefici della sua rinascita postbellica, coagulando su di essa, soprattutto nella seconda parte del novecento, grandi talenti artistici internazionali: Andy Warhol, Joseph Beuys, Keit Haring, Robert Mapplethorpe, Gio Pomodoro, Robert Rauschenberg e molti altri.
Una biografia dell'imprenditore Mario Valentino non poteva dunque prescindere dal radicamento nella sua città natale e dai suoi interessi personali: arte, dicevamo, e moda, sport e cultura, viaggi e mondanità. È quanto emerge dal volume edito da Skira "Mario Valentino - Una storia tra moda, design e arte". Presentato in Triennale, il libro - che raccoglie gli esiti di una ricerca condotta con metodo scientifico da Ornella Cirillo, docente di Storia della moda presso l'Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” - è il ritratto dell'uomo e delle sue tappe evolutive, dalle prime esperienze creative autonome nel campo calzaturiero fino alla piena affermazione di Mario Valentino come marchio riconoscibile, a livello mondiale, nell'abbigliamento di lusso.
Mario Valentino, l'uomo, lo stilista. Foto © Archivio Mimmo Jodice
Dall'attentata catalogazione e selezione del grande patrimonio iconografico conservato in azienda, e dalle testimonianze raccolte dall'autrice, emerge la sua capacità di valorizzare le maestranze locali - ricordiamo il famoso sandalo - gioiello tutto in corallo, creato nel 1954 e riproposto nel 1976, realizzato in collaborazione con un abile artigiano di Torre del Greco - e al contempo di dialogare con gli stilisti allora emergenti - Paco Rabanne, Karl Lagerfeld, Muriel Grateau, Marie France Acquaviva, Claude Montana, Giorgio Armani e Gianni Versace - e più tardi con i grandi talenti della comunicazione visiva: Franco Rubartelli, Roberto Carra, Toni Meneguzzo, Richard Avedon, Robert Mappletorpe ed Helmut Newton.
L'uscita del volume non vuol essere una celebrazione, ma un'istantanea sul ruolo che ha avuto il Made in Italy, e soprattutto il Made in Naples, quale propulsore del sistema moda italiano. Un punto di partenza quindi, che coincide con un nuovo corso dell'azienda di cui il figlio, Vincenzo, è oggi Amministratore Delegato. Le collezioni per il prossimo autunno-inverno, ricche di spunti stilistici del passato ma contemporanee nelle forme e nell’attitudine, presentate nella storica Accademia milanese di Scienze e Lettere, sono il tangibile proseguimento di quella visione paterna, ardita e inimitabile, riassunta nelle vetrine poco distanti della Boutique di Via Borgonuovo 27.
Una storia che prosegue anche all'interno della mostra Italiana. L'Italia vista dalla moda 1971-2001 a cura di Maria Luisa Frisa, visitabile a Milano, a Palazzo Reale fino al 6 maggio 2018. Qui, le creazioni di Mario Valentino, insieme a molte altre, parlano di uno straordinario periodo di relazioni e scambi tra gli esponenti di quella generazione italiana di artisti, architetti, designer, intellettuali e stilisti che ha impostato le rotte della cultura internazionale. Un sofisticato paesaggio progettuale in un magnifico e rigoroso caleidoscopio creativo.